Tornano i President Evil che con “Hell in a box” raggiungono il secondo disco in sei anni di attività. La band tedesca continua a muoversi attraverso quelle coordinate musicali che già avevamo notato nel precedente album a metà strada cioè tra il rock and roll e il thrash metal. Le influenze dei cinque crucchi si contano sulle dita di una mano e ascoltando i brani di questo nuovo full lenght si hanno reminiscenze di Pantera, Mothorhead e Slayer affiancati a Ministry e Motorpsycho per un calderone di generi che alla fine risulta essere piuttosto noioso e ripetitivo nonostante qualche brano parecchio interessante.
Il disco si rivela compatto e anche le canzoni viaggiano tutte su binari parecchio veloci ed aggressivi. Sicuramente gli estimatori delle band appena citate troveranno pane per i loro denti ritenendo probabilmente “Hell in a box” interessante. A me non è piaicuto. Tra i brani più interessanti troviamo a ogni modo l’opener “Viva la muerte” un sano mix di thrash e rock and roll e ancora le successive “The anti loser” e la stessa title track che si ergono come i migliori brani di questa nuova fatica targata President Evil. Conoscendo inoltre i suoi limiti la band tedesca punta più che altro sulla semplicità dei brani grazie a un sound diretto ed incisivo, capace di colpire diritto in faccia e alla fine del discorso ci troviamo davanti ad un disco piuttosto “fiacco” e scontato che non riesce minimamente ad entusiasmarmi. Rimandati.