Il secondo album di Pensées Nocturnes dimostra la crescita artistica del francese Vaerohn, che dopo Vacuum, ancora acerbo e poco equilibrato tra le parti, sorprende tutti con quest’opera ai confini della comprensione razionale. L’ascoltatore in vena di anticonformismo e polemica sociale deve solo chiudere gli occhi e lasciarsi andare all’immaginazione….
Che festa! Un lauto banchetto dove ogni pietanza si spreca, in una sala riccamente agghindata di drappi e tappezzeria….un banchetto però decadente, stanco, viziato e vizioso – come l’anima della società borghese di una Francia fine ottocentesca.
Queste le sensazioni fortemente evocate da Grotesque, che già esteriormente conquista con un art work eccellente: la donna imbellettata d’altri tempi in realtà è una specie di cyborg e si contrappone al calesse (sul retro e sul cd) che in realtà è un carro armato; le maschere a gas, i corvi e i colori del cielo malato lasciano invece intendere che siamo dinanzi ai residuati di una società ormai estinta, distrutta dall’odio e dalla perversione, punita da chissà quale apocalisse chimico….
La musica di Vaerohn, come in Vacuum, associa parti prettamente classiche/sinfoniche a parti di depressive black metal. Questa volta però la fusione è avvenuta in maniera completa e armonica, senza parti stridenti tra loro o puramente assemblate. L’opera è uniforme, pertanto non vale la pena citare i singoli pezzi, eccezion fatta per la superlativa Hel, in cui il suono di uno di quegli orologi tipo cuculo ci lascia straniti e con un po’ di pelle d’oca…. Il rintocco del cuculo sa di grottesco, di ironico, ma allo stesso tempo lascia tragicamente presagire alla morte, ineluttabile.
Ancora troppo ripetitivo e poco cantato per ottenere il massimo dei voti, tuttavia fortemente consigliato a chiunque voglia avventurarsi in un universo musicale tetro, ma veramente nuovo.

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