Straordinario Ozzy. Ex rock star estrema, anticonformista e genuinamente fuori dagli schemi, che oggi, a detta di alcuni, dopo aver abbracciato la televisione e molto altro, è diventato un conformista che guadagna scimmiottando l’antico se stesso.
Eppure. La sua vena artistica, per quanto semplice, è ancora fertile e la volontà di portare musica e amore ai suoi fans è sincera; permea in tutti i testi delle sue canzoni, dopo trent’anni ancora portatrici degli stessi messaggi universali e di umanità, completamente diversi dalla proiezione di Madman che mostra sul palco e/o in TV….
Infatti il vero Ozzy è il musicista. Il cantante afono e monotono ma dal timbro inconfondibile ed espressivo, che riesce ad emozionare ancora e a comunicare col cuore… Perdonate la serenata.
Scream è decisamente una rinascita dopo Black Rain. È un disco molto più metal rispetto al recente passato, più anni80: permeato di assoli in cui il nuovo arrivato Gus G trova spazio per esprimersi, anche la voce di Ozzy pare nostalgica e più diretta, con maggiore estensione vocale e ripulita di tanti filtri ed effetti che mi avevano infastidito in Black Rain (ce ne sono, ma in misura sicuramente minore).
Ozzy è riuscito a reinventarsi e non è caduto nello scontato. Forse la dipartita di Zakk Wylde è stata rinvigorente, eliminando l\’effetto clone dei BLS, fatto sta che il 62enne parte esplosivo con tre brani molto pesanti, di cui Let Me Hear You Scream è in assoluto la più immediata, coniata per le sedi live, mentre Let It Die e Soul Sucker sono quelle più reminiscenti di Black Rain. Non sono nemmeno da trascurare la più classica Life Won’t Wait, ballata in cui Ozzy ricorda come la vita vada vissuta prestando attenzione ai valori veri prima che sia tardi, e la successiva Diggin’ Me Down, altro pezzo duro, in cui sul banco degli imputati viene messo proprio Gesù Cristo: Ozzy lo interroga sulle incongruenze e i mali del nostro tempo, chiedendogli quando e se si deciderà a intervenire.
A questo punto vi è un calo, e l’ascoltatore si chiede se il resto del disco andrà scemando verso i filler, ma poi arriva la perla del disco, più artistica e ponderata: Time. Un testo stupendo, in cui Ozzy insiste ancora su come la vita vada gustata senza affannarsi per primeggiare, senza sprecare il presente ad immaginare un migliore futuro perché il tempo è tiranno, fa da supporto ad una melodia nuova ed orecchiabile.
In chiusura Ozzy affronta il macabro tema dell’eutanasia e della sofferenza con l’inquietante Latimer’s Mercy (dedicata all\’agricoltore canadese che nel 1993 tolse la vita alla figlia spastica), per poi lasciarci con I Love You All: speriamo non sia un addio ma solo un ringraziamento ai fan che l’hanno sempre osannato nonostante tutto. Scream è un must per ogni fan del Madman, nella buona e nella cattiva sorte.