A mio parere c’è veramente ben poco da dire su questo secondo full-lenght dei tedeschi Necrophagist; attivi sin dal 1991 e dediti ad un Brutal Death Metal tecnicissimo e ampiamente sopra le righe, i nostri hanno all’attivo solamente due album (“Onset of Putrefaction”, quest’ultimo “Epitaph”) ed una Demo (“Demo 1995”) che risale per l’appunto al 1995.
Tutto materiale maledettamente super-tecnico e ripetitivo ed è esattamente questo il grande problema del combo tedesco: non riescono nonostante la loro indubbia maestria tecnico-musicale a sfornare una canzone che non assomigli ad una precedente, o che per lo meno non faccia venire in mente all’ascoltatore la classica (odiosa) frase: “Ma dov’è che l’ho già sentita questa canzone?”…
Un altro punto a sfavore dei Necrophagist è la quasi assenza di brutalità (escludendo il growl di Muhammed Suicmezo e qualche sfuriata di Hannes Grossmann dietro alle pelli), se poi pensiamo che i nostri si cimentano prorpio in un genere musicale votato alla rabbia ed alla violenza sonica facendo mancare proprio queste fondamentali componenti, beh allora il Brutal perde il suo significato originale.. per lasciare spazio a cosa poi? Alla masturbazione degli strumenti? (per questo esistono già Y.J.Malmsteen o i Planet-X…tanto per fare due nomi a caso, ma ne avrei a decine in mente).
L’unico pregio che riesco trovare in quest’album è certamente la durata relativamente breve: 33 minuti, meno male.. è veramente angosciante il pensiero di subire una tortura dalla durata superiore.
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