Finalmente torna Lemmy con i suoi Motörhead e lo fa con un disco, “Inferno”, decisamente convincente, per fugare ogni dubbio il disco e’ assolutamente in linea con il loro inconfondibile stile. Un disco di quelli che si sentivano una volta, breve rispetto alla media delle produzioni attuali, poco piu’ di tre quarti d’ora per un totale di dodici brani; tanta tantissima energia in formato Lemmy sempre alle prese con pezzi diretti e potenti sparati in faccia all’ascoltatore, come accade da tantissimi anni ormai per il bassista inglese. Il disco ha un ottimo “tiro”, e’ potente e i brani sono praticamente tutti all’altezza della situazione, a partire dalla iniziale “Terminal Show” proprio una bella mazzata.
Il filo conduttore e’ sempre il solito rock selvaggio e senza fronzoli tipico di mr. Kilminster, brani tirati e potenti impreziositi da tutta una serie di “chicche” che portano la firma di Campbell e Dee, due musicisti veramente eccellenti, al contrario di quello che si pensa generalmente dei Motörhead e del loro modo di suonare semplice e diretto. In effetti in questo disco Mikkey Dee e Phil Campbell danno veramente prova di grande perizia ed affiatamento perfetto con il loro “condottiero”, le linee di basso di Lemmy sono sempre uno spettacolo per potenza, quelle vocali sono fra le piu’ riconoscibili del panorama rock mondiale.
In questo lavoro e’ presente anche un musicista che, a ben vedere, ha veramente poco in comune con i rockers in questione, stiamo parlando Steve Vai, il virtuoso figlioccio di Frank Zappa infatti e’ presente come ospite speciale in due canzoni, nell’opener “Terminal show” e in “Down on me”; mentre il secondo appare come uno dei (pochi) momenti meno riusciti del disco, nel primo caso l’istrionico chitarrista si integra in modo piu’ che soddisfacente con lo spirito della musica dei Motörhead.

“Inferno” e’ un bel disco insomma, un rientro in grande stile di Lemmy dopo qualche problema personale, un disco che non fara’ magari gridare al miracolo o non sara’ paragonabile ai classici del gruppo, ma che recupera in modo deciso e convincente quello che e’ lo stile conosciuto da tutti gli appassionati di questi rockers ruvidi.
Dal canto mio non posso che consigliare questo disco a tutti i fan di Lemmy e dei Motörhead ed a tutti quelli che cercano un disco semplice, diretto e molto, molto potente come solo loro sanno fare.

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