I Motherstone si formano nel 2003 in quel di Roma e dopo alcuni piccoli cambi di line up pubblicano nel 2005 un demo live intitolato “Just a little dose” seguito, l’anno successivo, da “Through the path of insanity” altro demo che ci mostra una band ispirata e capace di creare pezzi molto interessanti. Il disco, registrato al Temple of Noise di Roma, si rivela come un prodotto assolutamente professionale con suoni potenti e ottimamente registrati. Nonostante la presenza di Eliana alla voce, che potrebbe trarre in inganno l’ascoltatore portandolo a pensare di trovarsi di fronte ad una band gothic, i Motherstone ci regalano quattro brani death/thrash favolosamente incazzati e carichi di aggressività e potenza. Il grosso del lavoro dietro al microfono è svolto da Giorgio Mammoliti, autore di una prova vocale eccezionale e densa di malvagità, mentre la presenza della singer Eliana, autrice di linee vocali pulite che molto mi ricordano i Lacuna Coil, permette ai Motherstone di variare notevolmente le linee melodiche di tutti i pezzi, rendendo quindi il sound della band maggiormente personale e degno di attenzione. Tra i quattro brani presenti nel disco spiccano senza dubbio l’opener “Through the path of insanity”, che riesce a miscelare davvero bene sonorità death metal estreme e momenti tipicamente thrash di scuola Slayer e la successiva “The unsaid words” che mostra il lato più melodico del gruppo. I restanti brani ci offrono una band capace di creare canzoni estreme assolutamente esaltanti e di impatto: ottima è, infatti, la prova alle chitarre di Daniele, autore di riff taglienti ed incisivi che traggono ispirazione dal thrash metal tipico della Bay Area americana e dal death metal di scuola scandinava. Continuando l’ascolto del demo è il turno di “Spark” che rappresenta la canzone più devastante scritta fin’ora dalla band e che vede Giorgio protagonista assoluto di growls dannatamente malvagie e violente. Un plauso anche a Riccardo capace di creare coinvolgenti tempi di batteria che martellano l’ascoltatore come un rullo compressore. A finire questo breve demo troviamo “Invisibile tears” canzone che chiude in maniera spettacolare il disco grazie a continui cambi di tempo e ritmiche di chitarra devastanti ed energiche. Insomma, i Motherstone si rivelano una band convincente sotto tutti i punti di vista. Auguro a questi cinque ragazzi di poter realizzare i propri sogni musicali perché hanno la classe e la stoffa per riuscirci. Complimenti!

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