Vi è mai capitato di cercare sempre lo stesso disco in una data situazione? Quando siete tristi, malinconici, incavolati, rilassati o altro, non vi capita di associare queste sensazioni alla voglia di ascoltare un dato disco? “Kill ’em All” è il primo capitolo discografico di una delle band più importanti, influenti e chiacchierate degli ultimi 20 anni e uno di quei dischi che, almeno per quello che mi riguarda, riescono a far scaricare un po’ di nervosismo.
Poco importa che i soliti puristi (all’epoca come adesso) continuino a cercare questa o quella influenza (che ovviamente ci sono), questo disco è uno di quelli che hanno scritto la storia del metal, un disco che ha dettato le leggi del thrash, al pari con altri gruppi conosciuti ed altri meno. Però i Metallica hanno un’importanza maggiore, notevolmente maggiore, non fosse altro che per la visibilità che hanno dato al genere, alla risonanza di un gruppo che, partito dall’underground, ha avuto la capacità e la fortuna di arrivare ad essere uno dei più conosciuti del mondo.
“Kill ’em All” è un concentrato di velocità e cattiveria come mai si era ascoltato prima, considerando che parliamo di venti anni fa e che il thrash era ancora confinato nell’underground. Le canzoni che compongono questo disco sono semplici: riffs secchi e ritmati, assoli veloci e testi al limite dell’infantile. Però queste caratteristiche sono quelle che rendono questo disco quello che è, cinquanta minuti abbondanti di energia pura, un pugno di canzoni che è difficile scordare, proprio la loro semplicità, per le linee melodiche azzeccate e per la presenza di alcune di loro anche nei loro shows attuali.
Eh sì, adesso i Metallica hanno cambiato coordinate (fra poco ascolteremo il loro nuovo studio album) ma alcuni brani di questo disco continuano ad essere suonati live dove hanno un impatto ancor maggiore. Inutile dire che “Seek & destroy” è un vero inno metallico, ritmiche pesanti, assoli velocissimi ed un refrain che ha fatto storia. Eloquente è anche il titolo di “Metal Militia”, altra canzone velocissima e potente, come tutto il disco del resto.
Nota particolare per “(Anesthesia)- Pulling Teeth”, uno strumentale dove il basso di Cliff Burton regna sovrano, lo sfortunato bassista era un po’ l’anima del gruppo, quello con l’esperienza maggiore e, se vogliamo, anche con il maggiore carisma all’interno di un gruppo giovane e pieno di fervore ed energia da incanalare nel modo giusto. L’apporto di Cliff è stato a mio avviso decisivo all’interno del gruppo e non solo in questo disco, non parlo tanto dell’aspetto compositivo (da sempre pane per Ulrich ed Hetfield) ma proprio per quanto riguarda l’aspetto musicale ed esecutivo delle canzoni, il basso di Burton era perfetto per il genere dei Metallica, donava profondità e potenza.
“Kill ’em all” è un classico, un disco fondamentale nel thrash e nel metal in generale, averlo è d’obbligo.

Vincenzo “The Jack” Tiziani

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