C’era una volta una band, giovane, tecnicamente dotata che, dopo un piacevole e promettente debutto, decise, in maniera incomprensibile ed ingenua, di cambiare strada per intraprenderne un’altra già battuta ma dal futuro incerto. Il nome della formazione in questione era Mendeed ed il simbolo della nuova direzione portava il nome di ‘The Dead Live By Love’. Storia alquanto strana, con un epilogo che, seppur non ancora scritto, non promette nulla di buono.

Per rimanere in tema di favole, siamo di fronte alla personificazione della negazione di calma del Bianconiglio e di furbizia da parte Pippo. E’ così che i Mendeed appaiono agli occhi di chi li aveva apprezzati all’epoca del buon ‘This War Will Last Forever’ e ora se li ritrova davanti agli occhi mentre giocano a fare i Children Of Bodom. Una scelta strana, che talvolta riesce addirittura a fare balenare dubbi sulla paternità delle idee o sull’ispirazione che ha portato al loro compimento. Ricominciando da zero, e stupidamente cancellando tutto ciò che di buono avevano espresso nell’esordio, questi musicisti scozzesi si buttano sul sicuro entrando di diritto nel denso mondo di quelli che rimarranno “una buonissima band come tante altre”. La precisione rimane invariata, le doti tecniche pure, idem per una produzione a cinque stelle; è, invece, tutto ciò che conta a non quadrare, partendo dalle scelte artistiche per finire ad una personalità gettata alle ortiche. Come i già citati e più illustri colleghi, infatti, i Mendeed virano verso sonorità speed-thrash modernizzate e fintamente estreme. La voce di David Proctor rimane invariata nei frangenti estremi ma si apre in territori clean idealmente vicini agli ultimi In Flames ma che, dalla band di Fridèn, non ereditano il benchè minimo mordente e che non fanno altro che fare aumentare la nostalgia per il primo episodio. Il riffing, insipido nelle melodie delle twing guitars e prevedibile nelle parti più dure, non convince mostrandosi meno agile in variazioni poco integrate e piuttosto legnose. Il resto della storia è già scritto, con elementi rubati ad una qualunque buona band metalcore in giro oggi ed attaccati a questo incomprensibile puzzle in maniera bislacca tanto per contribuire ad incentivare la delusione. Una delusione cocente per chi nella band, appena un anno fa (!), aveva riposto speranze e fiducia senza pretendere nè sperara nella fretta, nelle citazioni ai calanti C.O.B. e nelle incertezze che rimarranno gli unici emblemi di questo pastrocchio.

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