Tante volte mi sono chiesto se Markus Grosskopf, storico bassista dei miei amatissimi Helloween avesse voglia di fare qualcos’altro oltre il vecchio progetto Shockmachine (album piuttosto mediocre anche se apprezzabile).
Finalmente ho avuto la mia risposta con l’uscita di questo particolarissimo suo nuovo lavoro. Perchè particolare? La risposta sta tutta nei musicisti coinvolti. Eccezion fatta per un paio di batteristi e tre cantanti tutti gli artisti presenti sono esclusivamente bassisti! Eh si, il buon Markus ha voluto stupire tutti quanti eliminando qualsiasi strumento che potesse mettere in secondo piano il suo amatissimo strumento, suonando tutte le melodie, i ritmi, i riff e i soli con il basso.
Qualcuno si starà chiedendo quale possa essere il risultato di questo esperimento; non c’è dubbio che il tutto sia molto originale ma la cosa che più mi ha piacevolmente colpito è che le canzoni nulla perdono in grinta, melodia, efficacia.
Le canzoni di Markus suonano tutte piuttosto oscure, a tratti maligne e questo contrasta notevolmente con quanto fatto col suo gruppo madre e col progetto Shockmachine. volendo si potrebbero raffrontare le sonorità con l’album The Dark Ride anche se ciò sminuisce la varietà dei quattordici pezzi presenti in questo Hellbassbeater: si passa da brani oscuri ad altri più canonicamente power ma con un forte gusto hard rock, ad altri più tipicamente rock.
Altro pregio di questo dischetto è la presenza di alcuni dei più famosi bassisti in ambito metal e hard rock, troppo numerosi per poterli menzionare tutti (li trovate elencati nella sezione Lineup).
Questo lavoro non è un album da ascoltare con orecchio distratto, ma anzi bisogna dedicargli tutta l’attenzione possibile e catturare tutte le sfumature che una canzone può assumere con tanti bassi diversi che non fanno rimpiangere l’assenza di chitarre e tastiere. Un bel progetto.
PS Ascoltatevi Eagle Fly Free e godete!