Corre l’anno 1999. Sono lontani i tempi della fama mondiale, delle produzioni iper-pompate e delle copertine da pin-up. Una band milanese, con appena un EP alle spalle e con una line-up rivoluzionata, si affaccia sulle scene che contano con tutti i dubbi, gli interrogativi e la curiosità di chi invidia e storce il naso davanti ad un semi-sconosciuto che ha la fortuna di esordire su Century Media.
La risposta? E’ di quelle mature, concrete, che zittiscono ogni critica e legittima presa di posizione. ‘In A Reverie’ è un disco al contempo pratico e profondo, asciutto e variegato che, senza né ruffianerie né mielosità di alcuna sorta, emoziona e culla l’ascoltatore in tutta la sua durata, mai eccessiva. Nove brani ispirati, in maniera neanche troppo nascosta, ai Paradise Lost di ‘Icon’ e ‘Dragonian Times’ e ad uno stile che si mostra, dunque, più diretto e scorrevole rispetto all’esordio assoluto. I Lacuna Coil sanno di non inventare alcunché né proponendo un gothic metal tradizionale, né servendolo con la doppia soluzione vocale. La scelta è, allora, di puntare su quella semplicità che “arriva”, piace e cattura. I pezzi vengono, così, ad essere strutturalmente semplici e lineari indirizzando tutta l’attenzione compositiva verso l’integrazione delle voci, le atmosfere suadenti ed ipnotiche e quei giri melodici che prendono fin dai primi ascolti. Semplice ma non facile, immediato ma non scontato: sono le scelte che hanno portato a fare dell’album in oggetto un prodotto vincente e mai più raggiunto durante la carriera della band in questione. Qui non c’è spazio per i suoni gonfiati, per il protagonismo da immagine, per i ritornelli studiati. Tutto suona naturale e fluido: dall’intesa vocale tra una Cristina Scabbia mai più così profonda ed espressiva e quell’Andrea Ferro puntuale e presente, passando per le atmosfere malinconiche senza paura d’esserlo, finendo ad una produzione leggera e sinuosa sullo stile dei brani. Brani lontani dal capolavoro, dall’innovazione ma che fanno di ‘In A Reverie’ qualcosa da ricordare, unico e consigliabile al di là di gusti e pregiudizi.