Si muove all’insegna del trash metal piu’ tradizionale il nuovo debut album dei KLL, band di origine trentina, da circa un decennio sulle scene e oggi pronta ad allietarci con le undici destabilizzanti tracce incluse su “Black Covers White”.
Per i fan del sound che fu di gruppi come Pantera e Machine Head, banda cui i nostrani si ispirano, si tratta di una release che non manchera’ di procurarvi piu’ di qualche piacevole aritmia cardiaca, come la title-track vero inno della band, la snervante “Day By Day” o la rocciosa e ben strutturata “Blind No More” tra le altre, che ricorda moltissimo gli Extrema dei primi periodi. Diciamo quindi che “Black Covers White” non è un disco innovativo e non ha certo la pretesa di cambiare le regole del gioco ma piuttosto un tributo vero a quella musica presa troppe volte di mira e proposta in maniera a volte indecente oggigiorno da diverse formazioni.
Il songwriting non è affatto da disprezzare, i brani di facile memorizzazione che a dispetto di una buona struttura portante fatta di riff e strofe indiavolate, non cadono mai sul ripetitivo e rimangono sempre su ritmi alti, infatti il pregio è proprio quello di non ricorrere mai a soluzione del tutto scontate, investigando musica inquieta e sperimentando a sufficienza.
Un lavoro quindi che merita la giusta attenzione, per un disco che puo’ piacere sia ai fan dell’hardcore che ai seguaci del metal. Da ascoltare decisamente, buona la prima.