Quando si parla di Joe Stump si finisce sempre per definirlo come la copia esatta (o quasi) del leggendario Malmsteen… ma anche lui non fa molto per evitare questi paragoni, visto che si veste in modo uguale, ha una chitarra identica (anche se di un altra ben nota marca) e soprattutto lo stesso sound e la stessa passione per la musica neoclassica.
Joe è comunque molto apprezzato per la sua tecnica ed è anche stato insegnante presso la famosa Berklee School of Music, e può vantare una discografia veramente ricca, sia solista che assieme ai suoi Reign Of Terror.
In questo suo nuovo “Speed Metal Messiah” non si poteva sperare in cambiamenti stilistici, nè di innovazioni e alla fine non mi resta che paragonarlo solo ai suoi lavori precedenti. Detto questo, dopo diversi ascolti, mi azzardo a definirlo come uno tra i suoi lavori meglio riusciti, dove ai consueti e arcinoti licks del genere, possiamo trovare composizioni che trasudano la sua grande dedizione a questo genere totalmente strumentale.
Sin dalla title track, lo shredder statunitense ci stupisce con i suoi fraseggi e sweep, e le buone ritmiche, soprattutto nella iperveloce “The Red Priest”, forse la migliore delle ben 14 composizioni. Non mancano comunque alcuni episodi meno felici come “the Killer Instinct”, un pò noiosa nonostante la sua ricerca di una melodia malinconica, che viene rovinata dal voler strafare a tutti i costi.

Ora a voi la scelta, se siete tra i detrattori del genere lo eviterete come la peste, ma a chi lo apprezza consiglierei di dargli un ascolto, visto che si tratta di un album che racchiude tutto ciò che ha contribuito a costruire la sua fama di shredmaster.

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