Tutti sappiamo che nel mondo del progressive, ci sono le teste calde, coloro che dopo anni di attività con una band anche famosa, decidono improvvisamente di mollare e perseguire una strada in solitaria. Per Jeff Loomis, ex membro dei celeberrimi Nevermore, si apre nel 2008 il cancello della salita verso un altro mondo, con il freddo lavoro “Zero Order Phase”. Con l’arrivo del 2012, Loomis, ha cambiato totalmente registro, riconfermandosi uno dei migliori chitarristi solisti in circolazione, grazie soprattutto a diverse collaborazioni che hanno reso “Plains Of Oblivion” un ottimo modo di perseverare diabolicamente, nei corridoi oscuri della solitudine. E’ chiaro come la luce del sole, che Loomis è tecnicamente un’ alchimista della chitarra, sia con la sette corde che con la otto corde.

“Plains Of Oblivion” è un album che esce il nove aprile 2012 ed è prodotto dalla Century Media Records. Contiene dieci tracce ed è bene  sapere che questo lavoro, a differenza di Zero Order Phase, non è totalmente strumentale, ma è condito da illustre collaborazioni, vale a dire Marty Friedman,Tony MacAlpineChris Poland e Christine Rhoades, ma le sorprese non sono finite. Iniziamo dunque  con la prima traccia MERCURIAL che inizia con un intro soft  fino ad esplodere con le articolazioni di Marty Friedman, in un apoteosi di ottavi, palm muting sulla settima corda e note aperte sulla sesta. Senza sosta scopriamo la seconda traccia THE ULTIMATUM con un susseguirsi senza esclusioni di colpi a suon di assoli, corpo a corpo con Tony McAlpine. Il terzo brano ESCAPE VELOCITY è un vero e proprio assedio allo speed più estremo ricamato soprattutto dal possente batterista Dirk Verbeuren, che offre un’ escalation a ritmo serrato. Ma è nella quarta traccia TRAGEDY AND HARMONY che riscopriamo il gusto sopraffino di Loomis nella scelta della cantante, Christine Rhoades che è già apparsa a suo tempo, per esser stata la singer femminile dell’intermezzo acustico di Dreaming Neon Black.  Un brano tuttavia cantabile sotto certi aspetti per la sua base chitarristica fatta di sedicesimi, per aprirsi solo sotto il refrain, tenendo in considerazione la scelta di aggiungere altre voci alla voce solista. Alla quinta traccia REQUIEM FOR THE LIVING troviamo la collaborazione del giovane Attila Voros, già turnista della band live di Warrel Dane, costituendo uno stampo già più verso un richiamo neoclassico che fa parte del gusto di appartenenza di Loomis.  La scaletta dei brani rallenta il passo con la sesta traccia CONTINUUM, un intermezzo impreziosito dalla presenza del chitarrista  Chris Poland, che tutti sappiamo essere un ex membro storico dei Megadeth.  SURRENDER è settimo brano ed è  il secondo pezzo cantato dell’intero lotto e vede la presenza illustrissima nientemeno che di Vegard Sverre Tveitan, ai più esperti noto come Ihsahn, ex-leader degli Emperor. Nulla da omettere che l’alternarsi tra la cacofonia delle strofe e la melodiosità del refrain è assolutamente degna di nota.  La vera ballad del disco, è senza dubbio CHOSEN TIME ottava traccia e cantata nuovamente da Christine Rhoades. Finalmente un brano suonato interamente solo da Jeff Loomis, trattasi di RAPTURE nono brano interamente in acustico dove possiamo comunque godere delle immense capacità tecniche di questo controverso artista. Come atto finale del lotto ci fa sospirare SIBYLLINE ORIGIN traccia numero dieci che chiude in maniera drastica e risolutiva, il duro lavoro da solista dell’ultimo disco di Loomis.

Con questo ultimo lavoro Plains Of Oblivion, ci saluta un bellissimo Jeff Loomis pronto a ricordarci che non è tutto oro ciò che luccica e che nella vita è importante saper scegliere e perchè no, scegliere con una piccola dose di pazzia e a quanto pare Loomis è riuscito perfettamente a calarsi nella parte.

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