Oh Jaded Heart. Se potessi fare un emoticon vicino farei un cuore, ma non posso quindi mantengo contegno e mi limito ad accendere la fiammella dei ricordi, proprio come le loro hanno fatto e fanno con me. Chi non ricorda Mistery Eyes dove c’era la meravigliosa Heaven is Falling, piuttosto che IV o piuttosto che i più recenti Helluva Time o Sinister Mind anche se c’è stato un cambio di line up per quanto riguarda la voce? (Bormann sostituito da Falberg, e direi tuttavia sostituzione pienamente riuscita).
Non mi sono mai ritrovata a fare una recensione dei Jaded Heart e ne sono più che onorata ed ho la pelle d’oca, se ripenso a ricordi che ho legati con loro pezzi ed album, soprattutto i vecchi (insieme a band storiche come Virgin Steel, Motley Crue, Hunter’s Club, ecc ecc ecc) e mi avevano fatto conoscere quel metal che non era duro, ma era tutto sospiri, emozioni, battiti “e chi più ne aveva più ne metteva”… Ebbene, quindi, detto ciò, direi che possiamo partire a raccontare questo nuovo album, che si distacca un pochettino dall’uscita di Perfect Insanity del 2009, anche quello abbastanza riuscito come lavoro, ma essendo una nostalgica dei JH degli anni 90, volevo ritrovare ancora una volta il passato all’interno del presente come è successo per molti album di altri gruppi quest’anno, con il risultato che..non è esattamente così. In questo “ Common Destiny”, ci troviamo davanti a un power un po’ più marcato e presenza di un “heavy melodic” al punto giusto, con punte più hard rock in alcune parti: a volte alla Edguy (nonostante non mi facciano impazzire), almeno io personalmente glieli ritrovo molto, a tratti passiamo inaspettatamente a Skid Row ( tra l’altro c’è un plagettino in Saints Denied nel ritornello, se avete orecchio che somiglia a 18andLife) , in altri tratti addirittura gli Accept ci sento (e non solo dal punto di vista strumentale) e sentori alla Blaze, ricordandomi l’ultimo album in particolare, e una velatura totale a parere mio un po’ alla Poison.
Comunque voglio riassumere brevemente questo lavoro che mi è piaciuto, anche se in alcune parti pecca di presenza di troppi cori che a parere mio lo penalizza, ma ad altri potrebbe invece piacere proprio per l’high delle voci, che mantengono un tono fresco ed alto che distacca dalle parti un po’ più dure ed “squadrate”. Parti sinfoniche strumentali non troppo calcate, non troppa presenza di tastiera, gli assoli e riff assai centrati ed equilibrati con la performance vocale, anche se ammetto che batteria e basso li sento molto di più. Ha energia, è migliore secondo me rispetto a Perfect Insanity: insomma non mi ha annoiato per niente questo album. Molti sembrano sfociare un po’ nel commerciale per via di cantabilità e orecchiabilità, ma nel complesso dell’album stanno bene. Un fondo non ci troviamo ad una band di nicchia. Album da consigliare per l’estate : non è impegnativo ed davvero molto piacevole all’ascolto, senza assolutamente cadere nel banale e direi che seppure non abbiano esaudito il mio desiderio di sentire loro rievocazioni al passato, sono riusciti a sopperire alla mia aspettativa, in modo più che esaustivo e mi auguro che sia “common destiny” per essere ascoltato da tutti.