E bravi gli Impiety. Hanno fatto esattamente quello che speravo facessero. Non c’è cosa migliore per una band rialzarsi subito dopo un mezzo passo falso, e con questo nuovo disco i truci blacksters di Singapore si rifanno, anche se non ancora raggiungendo delle vette altissime, del mezzo flop qual era stato l’ultimo loro ep “Dominator”.
Non ci distacchiamo certo molto dal livello qualitativo, ma c’è da apprezzare una ritrovata maturità artistica che fa raggiungere senza ombra di dubbio a questo “Terroreign” la tanto agognata sufficienza.
Per chi non lo sapesse, la musica dei nostri non è altro che un true black metal estremizzato a mille, sparato in alcuni momenti a velocità folli, ma che non disdegna di sforare numerosissime volte in un violento death metal che funge da collante. Fin qui niente di male, tranne forse per un’irruenza di fondo nel suonare, che alla lunga rende un po’ troppo confusionario il risultato finale. Il problema grosso è la registrazione. Nessuno sicuramente può aspettarsi chissachè da un disco di raw black, ma qui non si può non notare che, al di là della produzione volutamente grezza, le chitarre sono iper pompate rispetto al resto, andando a penalizzare e rendere quasi inudibile, da quanto basso, il suono della batteria. Peccato, perchè così si riesce ancora meno a seguire lo schema canzone su ogni brano.
Parlando dell’aspetto prettamente tematico ed esecutivo, non credo serva menzionare una traccia rispetto alle altre, visto che più o meno si snodano tutte sui medesimi binari, certo, viene da chiedersi invece, leggendo i testi, se gli Impiety credono davvero in tutto quello di cui scrivono oppure lo usano, come fanno ormai quasi tutte le band che si considerano black metal, come viatico per avere quel po’ di visibilità in più nella scena. Questa mia affermazione viene un po’ smentita solo dal fatto che essendo orientali e suonando un genere così chiuso e misantropo, non credo potranno mai ambire a raggiungere un successo che per una band di Singapore è di sicuro più precluso rispetto ad una europea.
Ultimo plauso lo voglio fare alla copertina, come sempre diabolica ma “divertente”, disegnata su tonalità di rosso, che raffigura una serie di diavoli armati di tridenti e avvolti dalle fiamme dell’inferno che si accaniscono sul corpo agonizzante dell’ultima malcapitata vittima. Direi che si addice alla perfezione!
Il tre su cinque in pagella quindi è stato finalmente toccato, ora però bisogna limare gli eccessi e le inutilità per rendere ancor più appetibile il prossimo capitolo in studio. Nel frattempo avviso di stare all’erta tutti i black metallers più incalliti, questo è vero e proprio pane per i vostri denti.