Un pugno in faccia! Quale migliore definizione per descrivere questo cattivissimo ed aggressivo nuovo album del guitar-hero americano Chris Impellitteri. Dimenticatevi il solito hard rock, le ballad mielose e malmsteen-clonate come Leviathan, qui a volte si sfiora il thrash puro e le chitarre sono violente come mai ho potuto ascoltare in un opera di questo grande chitarrista.
Ad accompagnarlo in questa nuova uscita ritroviamo un Graham Bonnet più arrabbiato che mai e i suoi “acuti” (non nel vero senso della parola conoscendo la sua voce rauca) a volte terminano in urli di pura pazzia.
Preciso subito che non è un album di puro ed esclusivo solismo, anzi, la parte predominante è costituita dai pesanti riff di chitarra e dagli ottimi cori che fanno di “System X” un album diretto e di puro impatto. Infatti solo “End Of The World” contiene l’assolo più intricato e tecnico, un misto di tapping, arpeggi a due mani, passaggi neoclassici e di puro picking, che, come ci dice Chris nelle note biografiche, dovrebbe racchiudere gli stili di Malmsteen e di Paul Gilbert. Nel complesso la canzone è anche sorretta egregiamente da un ottimo riff e da un’azzeccata melodia vocale.
Si parte con la rocciosa Rock N’ Roll Heroes che lascia subito immaginare che in questo cd non c’è spazio per le canzonette, ed a confermarlo ci pensa la seguente “Perfect Crime” dove continui cambi di tempo,un bellissimo refrain e un grande assolo ne fanno uno degli episodi più riusciti dell’album.
Dopo la già citata End Of The World arriva la più tradizionale e divertente She’s A Nighttime Lover, seguita dalla semi-neoclassica Slow Kill, con un incredibile sweep nel mezzo del breve assolo.
Segue la lenta e pesante, dal punto di vista delle chitarre, Why Do They Do That che onestamente non ho apprezzato molto vista la sua struttura un po’ troppo semplice e ripetitiva. Ma a farci riprendere i sensi arriva la patriottica United We Stand con un riff violentissimo alla Arch Enemy e un eccezionale ritornello dove si scatena Bonnet con i suoi urli malatissimi e semi-growls. Inoltre è l’unica canzone priva di assolo, ma effettivamente non se ne sente la mancanza vista la sua compattezza. Seguono “Gotta Get Home”, un pezzo dai ritmi power con qualche spunto che ricorda un po’ i Maiden, e l’insipida What Kind Of Sanity.
Conclude l’album la bella Falling In Love With A Stranger, l’unica che suona puramente hard rock e dove Chris si scatena in un solo molto più ricco di feeling che di tecnica.
Mi sono davvero entusiasmato ad ascoltare questo “System X” ma devo riconoscere che già dopo il 5° ascolto conoscevo a memoria le singole canzoni e mi rendo conto che forse potrà un po’ annoiare visto che nonostante tutti i suoi pregi ne ha uno che è un’arma a doppio taglio, ovvero quello di essere troppo diretto e quindi potrebbe risultare un po’ anonimo nel suo genere… ma comunque rimane sempre un ottima release anche perché il buon Chris dimostra di potersi liberare quando vuole dai suoi soliti cliché e scrollarsi di dosso tutte le accuse di plagio nei confronti del più noto chitarrista svedese Yngwie.