Eccoli finalmente al terzo album. Dopo la buona impressione del precedente EP dal titolo chilometrico (“Something Old, Something New, Something Borrowed And Something Black” per la cronaca…) in cui veniva presentato al pubblico il nuovo batterista tornano i danesi Hatesphere con questo nuovo “Ballet Of The Brute”. Lo dico subito, gli Hatesphere mi sono sempre piaciuti, sono una delle nuove realtà death metal capaci davvero di spaccare il culo e questo nuovo album non fa che confermare questa loro peculiarità.
Come sempre il disco è breve sì (poco più di 35 minuti) ma dannatamente brutale. Un mix sapiente, e ormai inconfondibile, fra il thrash più pesante ed il death metal più veloce e e violento. Leggendo ciò potrebbe sembrare che l’album sia monotono ed inutile….. e invece no. I cambi di registro sono molteplici, si passa con disinvoltura da brani tiratissimi, vere mazzate in quanto a velocità ed aggressività, a brani più rallentati ed ossessivi, creando così un insieme vario e mai noioso bensì trascinante.
Nulla di innovativo, sia ben chiaro, ma qui tutto suona così dannatamente pesante, marcio e scatenato, che sarebbe un male non sborsare i famosi 18 euro.
Fra Slayer e Megadeth del passato, fra The Haunted e At The Gates, gli Hatesphere uniscono queste (ovvie) influenze dimostrandosi dei veri portabandiera del genere: poco spazio per la melodia e tanta, tanta rabbia. Brani come l’iniziale slayerana “Deathrip”, veloce e più affilata di una lama, la pachidermica “Only The Strongest” dai riff lenti ed oscuri, e la conclusiva “500 Dead People”, la più particolare di tutte, rappresentano al meglio l’essenza stessa di questo nuovo capitolo discografico.
I danesi hanno fatto di nuovo centro, inutile negarlo. Con soli tre album alle spalle hanno saputo costruirsi una certa fama (soprattutto in sede live si dice che siano dei veri e propri animali), hanno un certo numero di fan che li seguono e spaccano davvero il culo a decine di altre band del genere…. cos’altro desiderare?
Avete nostalgia di certe sonorità thrash del passato ma non credete nelle possibilità delle giovani leve? Ascoltate un album qualsiasi degli Hatesphere, vi ricrederete.