La saturazione di proposte sempre più somiglianti tra loro ha causato, negli ultimi anni, la propinazione di prodotti anonimi, che non si fanno notare per nessun particolare, sia esso positivo sia esso negativo, obbligando chi è si appresta all’ascolto o alla descrizione ad averne sempre un ritratto “bilanciato”. In questo contesto, però, vi sono band che riescono ad andare contro corrente, facilitando il ruolo del recensore di turno e dell’ascoltatore nel giudizio di un prodotto che mira decisamente verso determinati standard qualitativi. Tra questi gruppi, da oggi, vanno annoverati anche gli Halo Of Shadows.

Era da tempo, infatti, che, a chi scrive, non capitava di ascoltare un disco tanto palesemente dominato dal poco gusto da indurre ad un giudizio negativo immediato e preciso. Tutto ciò è successo con ‘Manifesto’, debutto discografico di un quartetto finlandese che non riesce di certo a farsi notare per caratteristiche invidiabili. Il contenuto delle dieci, dispersive, tracce che compongono l’album in questione appare inclassificabile non tanto per l’abilità della formazione nello sfuggire alle convenzioni ma per la sua incapacità di accoppiare insieme idee saccheggiate da un certo modo di fare death melodico e dalle espressioni più morbide del black metal. E’ così che viene passato in rassegna, e con un gusto davvero opinabile, il peggio di Children Of Bodom, Arch Enemy più criptici, passando per Satyricon e, a conferma del poco gusto, ultimi Dissection. Con una personalità lasciata alla sorte, un growling inconsistente ed una produzione a dir poco “essenziale” vengono somministrati tre quarti d’ora di un riciclaggio che non si degna neanche della sfrontatezza di accattivarsi simpatie tramite trovate ruffiane. Il disco, invece, comincia e finisce indugiando, fornendo pezzi che, in gran parte, hanno le sembianze di intro per la loro inconsistenza e la loro cattiva abitudine nel tergiversare attorno ad intenzioni che, pur dopo svariati ascolti, non saranno mai chiarite. Giudicando il risultato parziale sembra quasi una fortuna non vederle espresse. Sconsigliato.

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