Un ritorno da incorniciare quello dei Great White.
Viste le premesse iniziali (ultimi concerti disastrosi, la scomparsa del carismatico Ty Longley, otto anni di assenza dalle scene…) questo “Back To The Rhythm” è un album a suo modo sorprendente, caratterizzato da una manciata di ottime song e dalle prestazioni dei singoli (Russell su tutti) finalmente all’altezza della propria fama.

Ovviamente l’intero lavoro prende le mosse dal classico hard rock in tinta blues che ha sempre caratterizzato la discografia dei Great White, a partire dall’omonimo album del 1984. La novità, se così possiamo chiamarla, è rappresentata dalla reunion pressoché ufficiale dei membri storici della band, intenti a celebrare i venticinque anni di attività con la pubblicazione di questo “Back To The Rhythm”. Un disco sorprendentemente ispirato, in cui passione per il genere, omaggi vari a gente come Led Zeppelin e Rolling Stones ed un po’ di mestiere rappresentano gli elementi cardine su cui si fonda l’intero processo creativo dei nostri. Esempi concreti di ottime rock song come la sentita “Was It The Night?” e l’irriverente “Take Me Down” (molto Alice Cooper nei rimandi ‘70s) rappresentano un ottimo bigliettino da visita per una compagine sulla cui sorte era calata una pesante ombra di scetticismo. Anche il versante più intimo ed introspettivo, da sempre marchio di qualità in casa Great White, è valorizzato al meglio da episodi di elevato spessore come “I’M Alive”, “How Far Is Heaven?” e soprattutto “Play On”, in cui Jack Russell sfodera una prestazione da brividi. Quello che stupisce, però, è l’intero album: ogni brano ha qualcosa di peculiare e l’ascolto senza pause di tutto il platter risulta gradevole ed estremamente godibile. “Back To The Rhythm” è sicuramente un contesto sonoro molto variegato e ricco di sorprese, in cui il talento dei musicisti intervenuti ed un songwriting frizzante regalano ai fan del settore quasi un’ora di ottima musica rock.

Un vero e proprio colpo di coda, dunque, arrivato nel momento più buio della carriera dei Great White ed anche per questo da apprezzare incondizionatamente e senza remore.

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