A trent’anni di distanza da quella che mi sento di considerare la loro pietra miliare, le motorheadiane Girlschool escono con la riedizione di “Hit And Run”, intitolata per l’appunto “Hit And Run Revisited”.In uscita nei negozi europei il 24 agosto, in questa nuova uscita, (la prima da “Legacy” del 2008), non troverete nulla di nuovo a parte due bonus track che prevedono la revisione di “Demolition Boys”, opener del loro debut album “Demolition” ed una versione di “Hit And Run” con la partecipazione di Doro Pesch al microfono.Dopo l’ultimo album edito per il trentennale della band, mi sarei aspettato senza dubbio un’uscita di inediti, mentre ad accogliermi non trovo nulla di nuovo; certo fa piacere riascoltare questo gran album in qualità nettamente migliore e che ai tempi ha sicuramente avuto molto da dire nella NWOBHM, quando queste quattro londinesi si sono dovute far largo a gomitate tra i colossi nascenti dell’epoca come Motorhead, Saxon, Iron Maiden ed Angelwitch, ottenendo comunque ottimi risultati.Personalmente ho sempre visto le Girlschool come un gruppo simbolico più che una band incisiva per l’Heavy Metal, perlomeno da venticinque anni a questa parte, ovvero da quando nella loro carriera si sono iniziati a scatenare una serie di fattori (come ad esempio gli innumerevoli cambi di line up, lo scioglimento della band, la morte di Kelly Johnson (RIP), ma soprattutto una vena compositiva che non ha tardato molto ad esaurirsi) che ne hanno decretato un consistente declino.Un gruppo simbolico lo sono senz’altro per avere sempre insegnato una grande morale che è quella di non arrendersi mai, anche perché vorrei fare notare che le band metal costituite interamente da ragazze che possono vantare all’attivo  trent’anni di carriera sono veramente pochissime e nonostante le varie difficoltà sopracitate, queste quattro inglesi non hanno mai mollato l’osso ed hanno continuato a sfornare dischi, anche se come già detto, di mediocre sostanza.Parlando di questo “Hit And Run Revisited”, non troviamo effettivamente nulla di inedito come mi sarei aspettato, infatti avrei trovato più sensato un’uscita a due cd, uno di inediti ed uno con la riedizione della vecchia gloria, un po’ come fecero pochi anni fa gli Overkill con “Killbox 13”, mettendo un live al posto della riedizione.Recensire questa uscita non è perciò una cosa semplice visto che non ho nulla di nuovo da poter paragonare all’ultimo full lenght e visto anche che dalla nuova edizione a quella vecchia non vi è alcuna differenza escludendo un sound notevolmente più potente e definito, (anche se ad essere polemico quel suono ovattato tipico degli anni ’80 mi ha sempre dato un qualcosa di particolare che non mi dispiace affatto).Con questo sound tagliente brani come “The Hunter”, “Yeah Right” e la grandiosa cover degli ZZ Top “Tush” prendono senza dubbio una piega molto più dinamica rispetto caro vecchio suono degli 80’s, anche se la mia critica  rimane sempre la stessa: non c’è assolutamente nulla di nuovo!Certo lo stile è sempre quello, l’influenza degli amati Motorhead rimane sempre in prima linea anche dopo tutti questi anni, ma ascoltando anche le bonus track non riesco a rintracciare nessun rinnovamento; per quanto riguarda “Demolition Boys” altro non è che una re incisione con qualità migliorata, come del resto è per tutto il disco, mentre l’altra traccia, “Hit And Run” cantata insieme a Doro altri non è che l’ennesima partecipazione, piacevolissima questo è certo, ma che personalmente sa solo di un brano in più nella track list di un cd che era tranquillamente evitabile, se non altro in questo formato senza alcun inedito.Anche i Judas Priest l’anno scorso fecero uscire le riedizioni di due loro classiconi (British Steel e Painkiller) per l’anniversario, però c’è anche da far notare che contenevano un DVD extra, toppa, poster ed un cd live, il tutto oltre all’album e sono uscite come ristampe in più al full lenght di discografia “Nostradamus”.E questo secondo me è quello che sarebbe dovuta essere questa uscita, un extra a quell’album di cui non si ha nessuna notizia.A me non ha sortito alcun effetto, adesso sta a voi giudicare; di sicuro posso dire che questa riedizione non è un tassello essenziale per la discografia della band, speriamo però di poter sentire a breve un nuovo album che rialzi le sorti (ultimamente piuttosto spente) di quella che è stata una grande band dell’Heavy Metal marchiato UK perché sarebbe bello poter stringere tra le mani dopo molti anni un nuovo album che raggiunga i livelli del qui recensito “Hit And Run”.

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