Partendo dall’assunto che i Dream Theater hanno generato una quantità industriale di band-clone, va detto che alcune di esse hanno saputo o cercano di costruirsi una propria strada all’interno di un panorama vastissimo quale quello del Progressive metal/rock. Da Porto arriva quindi una band, i Framepictures, che prende molto dell’approccio alla musica dei Dream Theater, ma riesce a donarvi anche un tocco vintage di certi Genesis e Yes che male non fa, anzi! Ed allora al via l’ascolto delle sette suite (la più corta è la title-track con soli 5 minuti e 35 secondi, mentre la conclusiva “Will To Live” dura 26 minuti circa) di cui è composto il disco. Va detto sin da subito: ci troviamo di fronte ad un’opera completa, di valore tecnico e compositivo assoluto. Ci vuole molto gusto per saper scrivere passaggi come quelli di “Don’t Trust My Eyes”, ma anche tantissima confidenza con gli strumenti, e questa non manca di certo ai Framepictures.
“Remember It” è una summa di tutto quanto di buono fatto in circa 35/40 anni di musica progressiva, nel bene e nel male. Nel primo caso perché comunque è un lavoro ben riuscito e di classe, ma per quanto riguarda il secondo caso si tratta pur sempre di un album che non farà cambiare idea a chi il prog non lo digerisce proprio, rock o metal che sia. Certamente inventare qualcosa di originale in un ambito così complesso e sperimentale come questo non è semplice, visto che sembra proprio che già tutto sia stato detto, ma l’unire i tasselli frammentati di un universo così ampio in un unico spettro sonoro è una qualità più che apprezzabile ed ampiamente alla portata del gruppo portoghese in analisi.
I Frampictures sono altamente consigliati sia a chi ama il sound caldo delle digressioni strumentali, sia a chi si è perso gli ultimi 35 anni di musica progressiva e vuole rimediare al più presto. Ora scusate, vado a rimettere nello stereo i “2112” dei Rush.

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