“Willand” è il secondo album che i Forgotten Sunrise fanno uscire sotto l’ala protettiva della My Kingdom Music ed è evidente quanto sia la continuazione del discorso intrapreso con il precedente “Ru:mipu:dus”. Questi estoni sono in giro ormai da molti anni ed il loro passato death si fa sentire ancora adesso, nonostante il passaggio all’elettronica sia avvenuto già da un po’. I Forgotten Sunrise ci offrono un viaggio attraverso i vari generi che l’elettronica offre (si va dall’ebm all’ambient passando per il trip-hop e l’industrial, ma durante l’ascolto sentirete pure altro), declinandoli spesso in maniera alquanto estrema. Se le intenzioni possono apparire interessanti, purtroppo il risultato non è all’altezza: pur rimanendo “Willand” un disco sufficiente è tuttavia troppo lungo, troppo disomogeneo, troppo altalenante per dirsi veramente azzeccato. A brani più interessanti si alternano infatti pezzi meno riusciti e durante i quasi 72 minuti di durata non è difficile annoiarsi, seppur si incontrino qua e là diversi momenti capaci di risvegliare non poco l’attenzione. La cosa buffa è che in mezzo a tanto estremismo e sperimentazione sonora a mio avviso sono proprio i brani più tranquilli ad essere i più riusciti… la miscela tra il cantato estremo e l’elettronica rozza della band non mi ha infatti colpito, mentre sono rimasto invece decisamente più affascinato dai momenti più pacati e riflessivi.

Alla fine una sufficienza abbondante a “Willand” si assegna senza problemi, tuttavia ho la sensazione che i Forgotten Sunrise abbiano tante idee ma che ancora non siano riusciti a focalizzarle, disperdendo così i loro sforzi. Unità di intenti, probabilmente è questo ciò che manca a “Willand”.

A proposito dell'autore

Post correlati