Per capire molte cose di questo “Alice’s Inferno” dei Forever Slave basta guardare la copertina. Non è male, vero? Carina, con tutti i suoi dettagli a posto, ma quanti cd gothic avete già visto con una copertina simile? Ecco, lo stesso discorso vale anche per la musica. Le 10 canzoni di cui è composto questo album sono infatti ben confezionate nel loro genere, ma sanno fin troppo di già sentito. Voce femminile ammaliante e voce maschile cattiva (la classica contrapposizione “cappuccetto rosso e lupo cattivo” che i Theatre of Tragedy hanno reso famosa ormai parecchi anni fa), chitarrone aggressive alternate a tastieroni atmosferici, immaginario decadente ed atmosfere orrorifiche, queste sono le componenti di “Alice’s Inferno”, le stesse di tanti altri dischi del genere. Non serve di certo il concept (la storia di un viaggio all’inferno effettuato tramite un rito da un’adolescente con lo scopo di ritrovare la memoria persa dopo l’uccisione dei genitori, ho letto che lo spunto verrebbe dall'”Inferno” di Dante e da “Alice nel paese delle meraviglie”, in ogni caso il risultato non mi ha particolarmente colpito) a rendere il disco più originale, anzi…
Detto questo comunque una sufficienza abbondante il disco se la merita, poichè complessivamente non è fatto male e gli appassionati di queste sonorità probabilmente lo apprezzeranno (anzi, se impazzite per i dischi di questo tipo un’ascoltata di prova è quasi consigliata), tutti gli altri invece penso possano ignorare tranquillamente la fatica di questi ragazzi spagnoli.