“Extreme Thrash Metal” è la definizione che gli Endless Pain stessi danno della propria musica, ma personalmente ritengo che essa sia calzante solo in parte. Infatti la componente “thrash” è non di rado dimenticata senza troppi problemi in favore di quella “extreme”, sconfinando spesso in territori vicini al black metal. Ma, andando aldilà delle sempre un po’ velleitarie disquisizioni sul genere, vi starete chiedendo il motivo di un voto così basso. Ebbene, i grossi problemi di questo demo, quelli che hanno determinato in gran parte il giudizio finale, sono principalmente due. Il primo, e più evidente, è la qualità davvero bassa della registrazione, in particolare il suono zanzarosissimo delle chitarre e la totale inconsistenza del basso. Un poco meglio la batteria, sulla quale il gruppo racconta di avere lavorato con un po’ più di attenzione, tuttavia nel complesso il confronto con la produzione (a livello di suoni) della maggior parte dei demo che ci arrivano in redazione è abbastanza impietoso. Secondariamente, trovo che il vero punto debole della band (non me ne voglia Max) sia sicuramente la voce, del tutto priva di potenza e spesso troppo platealmente sforzata nel cercare di essere roca e “sinistra”. Proseguire il discorso parlando delle qualità tecniche della band non avrebbe senso, dato che non credo che la pulizia e il virtuosismo siano decisamente (ma in questo non c’è nulla di male) gli obiettivi del gruppo. Tuttavia, ancora mi ritrovo a dire che la produzione penalizza estremamente questo lavoro, rendendolo spesso di ascolto davvero difficoltoso e rendendo difficile anche un giudizio sulle composizioni. Suonano un poco meglio le tre tracce dal vivo registrate a “La Sfinge”, e tratte dal precedente demo “The Cruel Way of… LIVE”, ma i problemi rimangono sostanzialmente gli stessi. Cercando un lato positivo, posso dire che le cose migliori gli Endless Pain le tirano fuori sui pezzi più cadenzati e definiti, come ad esempio “Sentenced by Hate” o certi tratti di “Browning Automatic Rifle”, che con una produzione degna potrebbero davvero avere un valore. Purtroppo però, ora come ora devo essere sincero e dire che questo “Shotgun Carnage”, pur se confezionato piuttosto bene a livello di packaging, a livello musicale non regge proprio il confronto con tutti i vari demo che circolano al momento. C’è ancora molto da lavorare, soprattutto sulle vocals, sulla struttura dei pezzi (liberandosi anche di certi cliché fin troppo abusati, ad esempio l’intro organo-chiesa-diavolo…) e sulla qualità della registrazione. Voto inevitabilmente basso dunque per “Shotgun Carnage”, tuttavia spero che mie le critiche (un po’ dure ma sincere) siano viste in modo costruttivo, e facendo un in bocca al lupo alla band mi auguro di poter rivedere in futuro il loro nome apposto sopra ad un prodotto di ben altra fattura.
Endless Pain – Shotgun Carnage
