Nati nel 2001, gli Electric Earth hanno alle spalle il discreto “Organic Songs – Volume One” e l’avvicendamento in line-up del vecchio batterista Lars Berger in favore del nuovo Dranken, già all’opera con Sabbra Calabra e Roarkit.
“Vol II – Words Unspoken” prosegue sulla stessa strada del predecessore, quella che, per intenderci, ha visto muovere i propri primi passi mostri sacri come Black Sabbath, Kyuss, Trouble e Led Zeppelin. Si parla di un hard rock dalle marcate influenze stoner, dunque, caratterizzato da un riffing di chitarra piuttosto serrato e da un ottimo groove di base. I quattro svedesi, pur non inventando assolutamente nulla, sembrano aver ormai imparato a menadito ogni singolo pattern compositivo di questo settore immortale del rock duro, palesando un attitudine vintage anche nel look e nell’approccio lirico. Il songwriting degli Electric Earth, piuttosto variegato anche se assolutamente non originale, permette ai nostri di muoversi con disinvoltura tra tempi più o meno lenti, alternando soluzioni tipicamente stoner ad accelerazioni alquanto heavy ed imprevedibili.

Un sound gonfio e piuttosto saturo, che non si dimentica di picchiare duro quando è necessario e che lascia poco spazio all’improvvisazione o alle soluzioni ad effetto. Il maggior pregio di questo lavoro, la coerenza, diventa quindi anche il suo peggior difetto, visto che tutti e quarantaquattro i minuti di questo “Vol II – Words Unspoken” risultano un po’ noiosi se non si prendono le giuste precauzioni tra un pezzo e l’altro. “Wheels Of Confession” o la stessa title track, per fortuna, non soffrono di questi mali, elegantemente arrangiate secondo i dettami di un hard rock molto maschio ed avvolgente. Il resto dei brani, però, accusa qualche lieve calo di tono soprattutto sulla lunga distanza, la dove la dura prova del tempo mette a repentaglio la riuscita finale di gran parte dei lavori ordinari. “Vol II – Words Unspoken” fa proprio parte di questa schiera, penalizzato (sin troppo) dalla latenza pressoché assoluta di personalità ed intraprendenza da parte della band. Anche in questo caso, dunque, “only for fans” è la frase che meglio carpisce l’essenza del disco in questione…

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