Lavoro di classe questo “Rubino Liquido – Three scarlet drops…” dei torinesi Dismal! La band, gia’ parecchio conosciuta in ambito underground, esordisce per la DreamCell 11 (una nuova divisione della Code666) con questo album, album che ha sufficienti potenzialita’ per farli diventare una delle migliori realta’ goth italiane…
I Dismal offrono infatti un gothic molto elaborato, curatissimo e ricercato, ma soprattutto “teatrale”. E “teatrale” e’ proprio l’aggettivo che meglio descrive la musica di questo trio, un gothic estremamente orchestrato (pensate che per incidere il disco la band ha collaborato con un’orchestra di 12 elementi!) e sinfonico, mutevole e ricercato. Mutevole perche’ i pezzi sono tutti carichi di atmosfere cangianti, non solo dal punto di vista degli intrecci tra i cantanti, ma anche dal punto di vista delle atmosfere.
Ricercato perche’ si sente quanto lavoro c’e’ dietro al tutto, e soprattutto quanto sia stato fatto un notevole sforzo di “ricerca estetica”, come si nota dalla voce femminile, spesso piu’ tormentata che angelica, o dalle diverse parti maschili, che spaziano attraverso “digrignamenti”, tonalita’ profonde e addirittura una specie di “mormorio maniacale”, alternandosi senza far sentire “stacchi”.
Discorso simile si puo’ fare per l’aspetto strumentale, dove parti classicheggianti si alternano a momenti un po’ piu’ tirati (ma mai violenti, le tonalita’ dell’album restano comunque sempre racchiuse in una specie di “accidia musicale”), a volte c’è persino qualche rumorismo o qualche coro gotico che fa capolino!! Il tutto poi non ha una continuita’ precisa, fa piu’ pensare alla ricerca di atmosfera che alla ricerca della “forma canzone”.
La varieta’ e’ quindi tanta, ma e’ amalgamata da un fattore comune: la sensazione di decadenza e di inquietudine. Il disco e’ strutturalmente diviso in tre parti, la prima, “Nigredo”, e’ quella dove sono piu’ marcati i caratteri teatrali, la seconda ,”Vànitis”, e’ invece piu’ “classicheggiante”, mentre la terza ,”Dionisiaca”, contiene la riproposizione orchestrale di un vecchio pezzo della band.
Nonostante lo spezzettamento tuttavia “Rubino Liquido” scorre in un flusso continuo, e piu’ che distinguere i pezzi si rimane invischiati dalle atmosfere generali. Il pregio del disco sta infatti piu’ nella capacita’ di catturare “col tutto” che in quella di colpire con dei pezzi in particolare. Cio’ non toglie comunque che qualche brano “streghi” in maniera maggiore rispetto al resto del disco. “Invisible drops (or lux atque tenebra)”, tanto per fare un esempio, e’ una lunga composizione caratterizzata da ammalianti e conturbanti vocalizzi femminili accompagnati da una profonda e melodica voce maschile, il tutto stagliato su un brano dai forti “accenti teatrali” (come si nota soprattutto dagli stacchi coi cori gotici o da quelli semirecitati in cui le atmosfere hanno dei bruschi cambiamenti decisamente “malati”).
Altra composizione notevole e’ la conclusiva riproposizione orchestrale di “A Venere”, piu’ di 8 minuti di durata, contenente di tutto, dai violini ai pianoforti, da una voce femminile “rilassata” ad una voce maschile “maniacalissima”… Il pezzo che pero’ stupisce piu’ di tutti e’ indubbiamente “Stàsi”, rielaborazione gotica di un tango!! Se l’idea puo’ sembrare strana non si puo’ far altro che applaudire i Dismal per il risultato che hanno ottenuto, “Stàsi” e’ infatti una composizione originalissima (il che e’ sempre piu’ raro in una scena inflazionata come quella del gothic) e riuscita, davvero un brano che ha la capacita’ di farsi ricordare!
C’e’ poi ancora qualche piccolo dettaglio da analizzare… innanzitutto e’ da evidenziare il particolare uso della drum machine, non sfacciata, ma fondamentale nel venare il sound (e capace di dare al tutto una sensazione davvero “alienante”… grazie alla ripetizione delle “battute”, che suonano sempre allo stesso modo, viene infatti ottenuta una “sensazione claustrobica” di cui non si e’ quasi consapevoli, sensazione che difficilmente sarebbe stata ottenuta da una normale batteria…), poi non si puo’ non fare un accenno al produttore del disco: Marco Calliari. Se non sapete chi sia costui ve lo dico subito: trattasi del tecnico del suono dei Subsonica, capace di fare un ottimo lavoro anche con un gruppo come i Dismal, dalle sonorita’ molto lontane da quelle della famosa band elettronica torinese…

Insomma, le premesse per una sfolgorante carriera ci sono tutte, e in ogni caso questo disco e’ gia’ una piccola perla, per cui se apprezzate il gothic non dovreste sottovalutare la proposta di questi tre ragazzi, vogliosi di dimostrare che anche in campo goth l’Italia e’ in grado di produrre lavori competivi (e migliori di tanti “plasticosi” prodotti provenienti dal nord Europa) !!!

Sauro Bartolucci

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