Spuntano per caso alle mie orecchie questi Disillusion, combo tedesco di fresca formazione (anche se la biografia cita svariati anni di assestamento del gruppo) che giunge al primo album addirittura per Metal Blade. Le aspettative per debut su una label così prestigiosa sono alte e beh, devo dire, le mantengono tutte e anche di più. L’opener “And the mirror cracked” dà subito l’idea di cosa possa fare questo terzetto: riff intricato dal sapore death quanto progressive, che esplode in un blast beat, aumentanto in progressione la velocità, per finire in un refrain melodico, cantato pulito tra il pulito e l’aggressivo, in cui Vurtox dà sfoggio del suo ottimo timbro. Si passa a “Fall”, dall’incedere molto strutturato, che ricorda molto le produzioni dei primi Dark Tranquillity, il pezzo piu diretto dell’album secondo chi scrive, anche se l’aggressività è incanalata in una vena melodica dal gusto non indifferente.
“Alone I stand in fires” invece ha un tocco piu marcato sui riff cadenzati, anche se non rinnega gli stop and go furiosi in blast beat, accompagnati curiosamente da tastiere e arrangiamenti quasi violinistici, atipici quanto coinvolgenti.
Dopo quasi 7 minuti di puro genio delirante in musica, comincia uno dei 2 pezzi fiume dell’album, la title track “Back to times of splendor” con 14 minuti di splendida musica, che passa dai momenti violenti, alla melodia, agli splendidi solo melodici, per passare a un break totalmente acustico che mi ha ricordato molto i contestati Opeth di Damnation, anche se dal tocco più heavy, riprendendo verso la fine in una cavalcata death melodica dal sapore vagamente epico. A ruota di seguito “A day by the lake”, break melodico iniziale, per sprigionare la consueta furia controllata dalla melodia che il combo sa consegnare alle nostre orecchie in maniera superba. Chiude l’album l’ultimo pezzo fiume (qui siamo a ben 17 minuti!) peraltro splendido, che passa il rassegna tutto lo stile della band, dal progressive, al death e a qualsiasi influenza abbiano raccolto, con orchestrazioni azzeccate e stacchi mai banali, mettendo in mostra la notevole tecnica della band.

Chiudendo devo dire che nonostante sia un debut album, dà parecchi punti a gran parte degli album usciti quest’anno e si candida sicuro come una delle uscite calde di tutto il 2004. Spero di vederli al più presto dal vivo.

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