Fare musica strumentale non è semplice: bisogna essere in grado di non annoiare, di sviluppare soluzioni interessanti e di non esagerare con le “sbrodolature” soliste. Qual è, quindi, il segreto per fare un buon album senza bisogno di ricorrere al cantato? Innanzitutto partiamo dal genere: un album strumentale di puro thrash metal non è esattamente la cosa più geniale da fare, visto che si tratta di un genere piuttosto statico, mentre potrebbe essere una buona idea provare a lavorare sul progressive metal, musica che, per definizione stessa, è in continua evoluzione. Bene, il genere l’abbiamo individuato. Ora passiamo ai musicisti: bisogna trovare qualcuno piuttosto bravo, ma che non sia una primadonna, in quanto lasciare il giusto spazio a tutti è fondamentale. Direi che come formazione ideale potremmo prendere un chitarrista, un tastierista, un bassista ed un batterista. Ok, ed anche questa è fatta, ora mancano solo le canzoni. Già… le canzoni: la parte fondamentale per cui tutto riesca bene e senza la quale nulla sarebbe a posto. Il genere deciso prima richiede pezzi di durata medio/lunga, dai 4 minuti in su e con punte fino a 8 minuti e mezzo per un totale di un’oretta di musica. Quindi direi che 7 brani possono bastare. Ottimo, abbiamo il nostro perfetto album strumentale.
Aspettate un secondo… come, scusate? Mi dicono che questo album esiste già! Non è possibile, l’ho appena creato io! Cosa? I Centrica? E chi sarebbero? Ah, una band italiana al debutto tramite Musea Parallele, ok! Cavolo, sono bravi, però! Ok, lo ammetto, facendo progressive, essendo in 4 (tastierista, chitarrista, bassista e batterista) ed avendo grandi canzoni di medio/lunga durata sono riusciti a fare un ottimo disco. Già, perché i Centrica, con questo loro primo album autointitolato, riescono a centrare il segno, dando vita a brani dinamici, mai privi di parti interessanti e, cosa molto importante, mai noiosi o ripetitivi. Mai e dico mai un passaggio a vuoto, qualcosa di non riuscito o mal concepito. Ovviamente la fonte di ispirazione principale sono e restano, come nella maggior parte dei casi, i Dream Theater, in particolare quelli dell’epoca di “Metropolis Pt. 2 – Scenes From A Memory”. È proprio da qui che i Centrica partono per costruire le proprie ricchissime melodie, grazie ad una tecnica di proporzioni enormi e, soprattutto, ad un’umiltà che permette loro di non prevaricare mai uno strumento piuttosto che un altro.
Insomma, questo lavoro è, a giudizio di chi scrive, uno dei migliori album di progressive metal pubblicato nella nostra penisola. Un capolavoro del genere non lo ascoltavo da parecchio tempo. Speriamo che l’aggiunta di un cantante, previsto per il prossimo album, non rovini la magia di questa band che reputo a dir poco eccezionale.

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