Album nuovo, vita nuova; è proprio il caso di dirlo. Reduci da un lungo periodo di difficoltà, i Bloodthorn tornano in carreggiata con un nuovo disco ed un nuovo contratto discografico, ma soprattutto con una nuova line up, visto l’abbandono del tastierista Geir Michael e della cantante Christine, e con l’innesto di Jehmod e Ihizahg rispettivamente batterista e chitarrista, entrambi provenienti dai mai troppo rimpianti ( almeno per il sottoscritto ) Perished.

“Genocide” rappresenta un passo importante per il gruppo; abbandonate le sonorità epico sinfoniche dei primi album, tra i quali mi sento di segnalare il buon esordio “In The Shadow Of Your Black Wings”, i Bloodthorn optano per un sound più aggressivo privo di rallentamenti o atmosfere darkeggianti; un death/black metal d’assalto che lascia senza fiato dalla prima all’ultima canzone. Mi ricorda molto gli ultimi Zyklon e Behemoth, come nelle annichilenti “Blood and Iron” e “Sacrifical Slaughter”. Un album che nonostante l’aggressività fin qui descritta, a lungo andare rischia di annoiare; non voglio parlare di mancanza d’originalità, anzi rimango dell’idea che tale genere debba essere privo di qualsiasi tentativo d’innovazione o roba simile, ma nell’arco dell’album aleggia minacciosamente lo spettro del “già sentito” e se lo paragoniamo alle ultime ed ottime prestazioni degli Zyklon o dei The Legion noteremo quanto il divario possa essere considerevole.

Tuttavia l’album risulta apprezzabile, visto il notevole bagaglio tecnico della band e l’ottima produzione, che sicuramente non sfigurerà nella vostra collezione di metal estremo.

A proposito dell'autore

Post correlati