Premiare l’attaccamento ad un suono ruvido o penalizzare la sufficienza compositiva di tutto il lavoro? Personalmente ritengo sia piu’ adeguata la seconda ipotesi. Gli svedesi Blooshed purtroppo non mi convincono presentadosi con “Inhabitants of Dis”: un disco piatto e banale carico di una forte senso di ripetitività dovuta a carenze di idee compositive. Il mio non vuole certo essere un attacco demotivato nei confronti di questa band ma in presenza di brani così poco “definiti” all’interno dell’album stesso e di una ripetitività compositiva al limite del noioso poche sono le speranze che rimangono durante l’ascolto. Un lavoro piuttosto scorrevole e molto “orecchiabile” (nonostante comunque si rimanga nell’ambito della musica estrema) attraverso il quale undici brani scorrono l’uno uguale all’altro intermezzati da un paio di eventi esclusivamente acustici (“Release”, “Deceit”) atti a spezzare la monotonia che pervade tutto il disco. Il livello compositivo risulta pertanto essere sufficiente e nulla piu’ lasciando all’ascoltatatore ben poco se non qualche riff capace di emergere dalla fin troppo marcata omogeneità dei brani. Singolarmente i musicisti sembrano essere ben preparati e, specialmente nei passaggi piu’ estremi, denotano una tecnica assolutamente buona (sia per quanto riguarda il riffing sia per la sessione ritmica) che tuttavia non riesce a salvare la scarsità di idee. Nonostante la precarietà dei brani c’è da notare il discreto lavoro svolto dalle voci (buone metricamente parlando ma, soprattutto negli scream, piuttosto… “afone”).
La produzione del disco (affidata a Thomas Skogsberg: Entombed, Dismember, Merciless) è buona anche se le frequenze alte risultano essere sbilanciate rispetto ai suoni piu’ gravi. Questo mancato equilibrio penalizza il suono globale rendendolo vuoto e forse troppo squillante (specialmente sulla chitarra e sui piatti della batteria); un suono piu’ corposo e meglio bilanciato avrebbe sicuramente giovato al risultato finale.
Concludendo un disco sufficiente che non offre grandi spunti per il genere. Un lavoro senza grossi lodi al quale si deve aggiungere l’insufficiente lavoro di mixaggio. Salvo il caso in cui siate alla ricerca di un disco approssimativo e dal “sapore” molto old fashioned penso che possiate tranquillamente farne a meno.

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