“Imaginations From The Other Side” è ormai storicamente accettato, a quasi dieci anni dalla sua uscita, come uno dei tre dischi che hanno dato la fama e la popolarità che al giorno d’oggi il combo tedesco può godere. Gli altri due, ovviamente, sono l’antecedente “Somewhere Far Beyond” e il successivo “Nightfall In Middle Earth”.
Stilisticamente, fra i tre, è sicuramente il più diretto, aggressivo e cupo, mentre qualitativamente a mio personalissimo giudizio va a posizionarsi un minigradino sotto gli altri due, che continuo a considerare come i veri pezzi da collezione del gruppo. Ma non lasciatevi ingannare da questa mia affermazione: “Imaginations…” è sicuramente un disco da avere per chiunque ami il metal melodico e allo stesso tempo energico e veloce.

Troppe le canzoni da citare, tanto da far risultare stucchevole un banale track by track. E allora se “A Past And Future Secret” con la sua melodia ci porta in un castello medievale, se la rabbia di “I’m Alive” ci fa scuotere e dimenare, se “The Script For My Requiem” ha un ritornello da sing-along perpetuo, vorrei spendere due parole in più per quelle che considero senza alcun dubbio le vere perle del disco. Sto parlando dell’apripista e title-track “Imaginations From The Other Side” e soprattutto di “Mordred’s Song”. La prima è la summa di quello che i Blind Guardian erano nel ’95 (e che sono anche al giorno d’oggi, sebbene si siano col tempo modificati): canzone stilisticamente perfetta, intro lento e onirico per portarci nel mondo della fantasia tanto caro ad Hansi e soci, e poi 6 minuti di riff, assoli ultra-melodici come Andrè ci ha abituato, drumming veloce e compatto, melodia graffiante e un ritornello che da il meglio di sè in sede live, quando tutto il pubblico lo canta, lo grida, lo urla contemporaneamente. “Mordred’s Song” invece è qualcosa di particolare, è una canzone che più invecchia più diventa bella, che più viene ascoltata e più viene apprezzata. All’inizio infatti, pur piacendomi parecchio, non la consideravo più di tanto; ora invece, a distanza di anni, la metto senza dubbio fra le prime cinque canzoni del Guardiano Cieco. Malinconica nella musica e nel testo (stupendo, peraltro), melodica e aggressiva, non ha davvero un punto debole che sia uno, neanche per un secondo. Senza poter neanche essere bollata come “la classica canzone Blind Guardian”. Ascoltatela, riascoltatela e ascoltatela di nuovo.

Per me la recensione finisce qui, il resto del disco lo lascio a voi come compito, sia che già lo possediate sia che dobbiate ancora comprarlo. Alla faccia di quelli che dicono che negli anni ’90 il metal non ha dato nulla di nuovo e bello.

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