Ore ventiquattro. Sera di Natale. Mi ritrovo da solo in auto, in direzione di un paesino di duemila anime nell’entroterra marchigiano. Vado dalla mia ragazza, per augurarle un felice Natale. Già me la immagino,probabilmente già in pigiama, reduce da un’abbuffata con i parenti. Mi aprirà la porta e mi offrirà una fetta di pandoro.
Ma intanto sono ancora in auto, fuori piove e nevica. La strada è secondaria, buia, intorno una campagna ostile e minacciosa. Ogni tanto una civetta mi attraversa la strada.
Cerco un Cd da ascoltare nel frattempo e mi capita tra le mani questo “Sacrifice”. Erano anni che non lo sentivo più, mi manca, mettiamolo sù.
I fischi iniziali mi fanno pensare che forse non era l’occasione adatta.
Il rumore aumenta. Minaccioso. Sono sul punto di togliere il Cd quando ecco che una spensierata chitarra mi viene incontro e decido di proseguire l’ascolto. “In Ancient Days” prosegue così tra malsani hammond e la strana, oscura, deviata voce di Kip Trevor.
L’atmosfera torna a farsi dark e “Way to Power” vede i nostri esorcisti intenti in una partitura jazzata dove la linea canora è recitata e la fusion spunta qua e là. Ma è una fusion maligna, acida, perversa. L’esorcismo continua. Serve l’appoggio di tutti, il demone và evocato, la damigella và sacrificata, esattamente come accadeva nei loro shows, nella nebbiosa Inghilterra di fine ’60.
Ed allora ecco il richiamo alla messa, vieni nel nostro sabba…”Come To The Sabbath” è il loro mantra. Un pezzo impnotico, che crea una tensione senza pari, solo con un flauto, una batteria ed un coro che definire folle è poco.
La strada è sempre più buia fuori. Le cime degli alberi sembrano voler presagire demoniache apparizioni. Un gatto mi attraversa la strada, e sembra che rida. Sa cosa mi aspetta.
Ma vado incontro al mio destino e non spengo il lettore.
E’ una congiura contro la mia sanità mentale, e la successiva “Conjuration” sembra sancirlo.
Le percussioni si fanno strada, il flauto è ormai rinchiuso in un folle giro di danza, la paura prende il sopravvento. Ormai sono giunto al limite, devo spegnere lo stereo o inizierò davvero ad avere le visioni.
Ed ancora una volta i Black Widow cambiano tutto, e mi riportano sulla Terra. “Seduction” è malinconica e sommessa ballata, ed io ritrovo un accenno di sorriso, la luna è davvero grande ora, e mi guarda rassicurante.
No,la pacchia non dura. Il Male ritorna, e “Attack of the demon” mi ricorda dove ero, in un oscuro bosco, al chiarore di una luna maligna, intento ad aberranti ed oscene pratiche esoteriche. “Sacrifice” nei suoi 11 minuti mi trascina là con la mente e con il corpo, nostri sei musicisti sono ora in cerchio, in una jam strumentale, apice del loro culto. Spero sia l’ultima canzone, ma non ricordo. Un altro gatto, anche lui mi attraversa la strada, ma questa volta non ride. Spero che finisca qui, che l’incubo tornì realtà.
Fortuna! Il Cd è finito…eccomi, sono già davanti la porta di casa. Lei mi guarda come se tornassi dall’aldilà, ed in un attimo tutto è finito. L’esorcismo è giunto al termine. Il demone è morto. C’è solo lei, col pandoro in mano.

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