I Betoken nascono nel 2000 per volere del chitarrista Ivo Ricci. Nel 2001 vede la luce “Chrysalis”, album di debutto autoprodotto dalla band stessa, mentre l’anno seguente fa il suo ingresso nel gruppo Eva Rondinelli già cantante dei dark metallers Drakua. Con questa formazione i Betoken incidono il loro secondo album, “The gate of nothing”.
La band propone dodici brani di power metal melodico molto ben suonato, dalle melodie azzeccate e dai riff orecchiabili. Le chitarre svolgono un ruolo decisivo per quanto riguarda l’alchimia dei pezzi realizzando un continuo susseguirsi di accelerazioni power in pieno stile Labyrinth, cambi di tempo cadenzati e massicci che ricordano i gruppi power tedeschi di vecchia data mentre in fase solista Ivo e Michele sono autori di soli ben strutturati, anche se molto spesso si risolvono in semplici esercizi di tecnica per chitarra; le orchestrazioni sinfoniche arricchiscono i pezzi dandogli quella marcia in più che permette ai brani di mantenere viva l’attenzione dell’ascoltatore. Quello che purtroppo non va all’interno della band è il cantato di Marco Sivo che, nonostante abbia militato nei Time Machine e Valas, non è assolutamente adatto ai pezzi proposti dalla band in oggetto che richiedono, a mio avviso, un frontman capace di variare la tonalità e l’aggressività della propria voce in base alla linea melodica dei pezzi: infatti, il cantato di Ivo, a proprio agio nelle parti basse delle songs mentre quando c’è da tirare fuori la voce per dare maggiore grinta al pezzo si trova in seria difficoltà, è monotono e lineare.
In generale i brani scorrono via senza troppi problemi, ma purtroppo non riescono a farmi esaltare proprio a causa delle linee vocali che, secondo me, giocano un ruolo fondamentale e decisivo nello sviluppo di una canzone. Il discorso però inizia a cambiare con la lenta e cadenzata “Good-bye my dream, good-bye my hell”, che vede proprio nella linea vocale e nel riff di chitarra i suoi punti di forza e con “Demon’s Spawn” dove la voce di Marco si trova in perfetta sintonia con la struttura melodica della canzone. In definitiva il cd vero e proprio inizia a decollare da metà in avanti e pezzi come “Blind-folden glory” e “Your last lies” (con un riff al limite del thrash) fanno capire che i Betoken hanno molto da dire e sono degli ottimi musicisti e compositori.

In conclusione, i Betoken sono autori di un ottimo disco, che farà la gioia di tutti i power metallers affezionati al filone epico e sinfonico. Tuttavia come già ribadito prima più volte, quello che non va è il cantato di Sivo, che non riesce a dare la giusta impronta ai pezzi per farli decollare. Rimandati, vedremo al prossimo album.

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