A volte ho come l’impressione che quando un gruppo di grandi musicisti si unisce per creare un nuovo progetto faccia il possibile per rovinarsi la reputazione. Dirò la verità: aspettavo questa uscita, perchè i nomi che compongono questo gruppo erano decisamente noti: il cantante dei Pyramaze, il batterista dei Megadeth e a comporre il tutto il buon Leviathan, anch’egli ex Megadeth. Secondo album per questo supergruppo, ma ancora qualcosa non va. Troppa leziosità forse, con brani che invece di rifarsi al power teutonico cui i componenti della band spessissimo fanno riferimento (citando Edguy, Blind Guardian e Gamma Ray) sembrano più brani prog con venature metal… La durata dei brani è notevole, quasi tutti sopra i 5 minuti con il top dei 10.14 minuti della conclusiva “Time And Space Part II”, ma spesso non si capisce dove vogliano andare a parare, con un inizio deciso che poi scema con il passare dei minuti o con ritornelli piacioni a inframezzare tratti un po’ confusi..
L’unico accostamento che può venirmi in mente è, a volte, quello con i Judas Priest e Rob Halford, soprattutto nel modo di cantare di King. Per il resto, un disco certamente molto valido tecnicamente e con una produzione davvero splendida, ma che non convince e alla lunga annoia.
I pezzi validi ci sono, ma sono una perla quà e là: tra questi “Into The Other Side” o gli intrecci chitarra-keyboards di “Esoteric Lies”, ma sono sprazzi di sereno nelle nuvole fitte.
Non un brutto disco, anzi, song come Beyond The Hallowed sono brani validi e complessi, e nel suo insieme la bravura dei quattro traspare spesso, ma come questo album ne escono a decine ogni mese (per non dire ogni settimana): si ascolta volentieri una volta, ma dai nomi che lo hanno composto devo essere sincero mi aspettavo e credo fosse lecito aspettarsi qualcosina di più del semplice compitino.

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