Hmm…non ci siamo. Pur dopo numerosi ascolti gli Anguish Force, la creatura del chitarrista Luigi Guarino, personaggio noto nella scena underground trentina e da molti anni encomiabilmente dedito alla propria passione per il metal, non riescono proprio a convincermi. Diversi infatti sono i difetti che affliggono questo demo, soprattutto in fase di songwriting, il che va peraltro a cozzare vistosamente con un packaging ultra-professionale, onestamente molto bello ma per quanto mi riguarda anche molto inutile. Il genere proposto dagli Anguish Force è un heavy metal classico influenzato talvolta dal power europeo ed altre dal power-thrash americano degli anni ’80: le influenze spaziano quindi dagli Iron Maiden ai Meliah Rage, dai Running Wild ai Metal Church. Un mix interessante, ma devo dire che la componente thrash, seppur quasi subito stemperata, è senz’altro la cosa migliore del disco: l’opener “11th September”, se si esclude l’inizio, ehm.. “vagamente” alla “Angel of Death”, risulta infatti il pezzo più convincente del lotto, grazie al suo riffing serrato ed alle vocals aggressive di Tommy. Allo stesso Tommy consiglierei, a proposito, di insistere sempre sullo stile più aggressivo, dove trovo che il suo buon timbro venga sfruttato al meglio. Purtroppo, già con i successivi pezzi “Maiden of Iron” (che ha comunque un bel riff iniziale) e “Space Station 074” iniziano a venire a galla i problemi della band, che risiedono principalmente in un songwriting a volte un po’ troppo semplicistico (ben diverso da “semplice”), in una esecuzione non sempre impeccabile ed in ritornelli orecchiabili ma spesso abbastanza scontati. Purtroppo, ciò che veramente affossa questo lavoro non è stato ancora citato: i testi. Chiariamoci, nulla di male a comporre testi elementari (nessuno pretende virtuosismi alla Martin Walkyier o bizzarrie da ostrica blu), ma bisognerebbe perlomeno cercare di scriverli in un inglese corretto ed in modo che non risultino involontariamente comici. Non migliora inoltre le cose la pronuncia di Tommy, che fa del suo meglio ma che si dimostra in evidente affanno con la lingua d’Albione. Insomma, spero che il gruppo non se ne abbia a male, ma credo che, specie al giorno d’oggi, questo aspetto sia veramente importante e meriti di essere affrontato con la stessa attenzione che si riserva alla parte musicale. Per quanto riguarda il resto del demo, si alternano ancora cose positive con altre decisamente no: ecco quindi da una parte la discreta “The Legend of Thunder” e la convincente, sparatissima “Cause of Death”, e dall’altra l’orribile ritornello di “Vampire” o la tremendamente soporifera “The Pharaoh’s Grave”, dove la band cerca di fare il proverbiale passo più lungo della gamba. Tutto sommato, concludendo, gli Anguish Force non sono affatto una band “da cestinare”, dato che si sono dimostrati capaci di episodi convincenti, tuttavia il lavoro da fare è di certo ancora molto. Se posso dare un consiglio, suggerirei di privilegiare la qualità alla quantità, di pensare più ai testi che all’artwork, e di approfondire il discorso thrash abbandonando certe velleità power europeo che appesantiscono abbastanza la proposta.