Negli ultimi anni il depressive senza ombra di dubbio è il filone black metal che più ha fatto proseliti fra le nuove leve. Come successe anni addietro per il black metal sinfonico, però, questa esplosione ha fatto sì che si versassero sul mercato una enorme quantità di materiale di dubbio valore, causando una forte inflazione e saturando a dismisura il mercato. Dunque sono davvero pochi i gruppi di valore e “sinceri” che calcano la scena oggi. Fortunatamente ci sono poi dei gruppi che emergono in mezzo alla massa e questo è il caso degli olandesi An Autumn for Crippled Children, trio di grande valore che la nostrana ATMF, ormai vera e propria etichetta talent scout, non si è fatta sfuggire. “Lost” è il debutto discografico di questa band, che nei suoi oltre 50 minuti mi ha letteralmente rapito. Immaginate di ritrovarvi in un paesaggio nebbioso, dove è quasi impossibile scorgere la luce del sole e dove si fanno strada losche figure da i contorni non definiti. Un viaggio tra disperazione e soprattutto tanta malinconia, pregno di un’atmosfera pesante e soffocante che ti cattura e ti toglie tutte le speranze di uscire da questo paesaggio che si crea all’interno della mente per tornare alla realtà. La musica degli An Autumn for Crippled Children è una mistura letale di black metal e doom, chitarre dal suono saturo e tagliente fanno da contraltare ad atmosfere soffuse e dilatate, che riportano in mente gruppi come Nortt e Xasthur e nei momenti più tirati si scorgono echi degli Abyssic Hate, ma anche i primi Katatonia. E’ inutile fare un track by track del disco, perché “Lost” è un album che va ascoltato nella sua interezza e che non ha cali di ispirazione o di intensità. Supporto