Non conoscevo questi Amplifier, band che sembra abbia riscosso un notevole interesse a giudicare dai commenti riportati sul flyer allegato al promo… Beh, non sarò un recensore del NME o di Kerrang! o di Metal Hammer, tuttavia non mi pare che questo trio sia così fenomenale. Insomma, “The astronaut dismantles HAL” è ascoltabile, ma nulla più (anche se va detto che i commenti sembrano essere riferiti non a questo ep, ma al precedente album che non conosco). Personalmente comunque trovo che l’aggettivo più adatto per descrivere il lavoro in questione sia “melmoso”. L’ascolto di questo disco mi dà infatti la sensazione di camminare in un pantano, la musica mi scorre addosso in maniera torbida ed impastata… Non che il cd sia brutto o inascoltabile, il fatto è che scorre in maniera pesante. Pensate poi che la prima traccia (“Continuum”) dura quasi 9 minuti e si sviluppa tutta intorno ad un numero ristretto di idee (alternando momenti atmosferici ad esplosioni sonore, ma ruotando sempre su sè stessa e rimanendo tendenzialmente lenta e cadenzata), tutto ciò dovrebbe rendere l’idea di quanto questo disco possa risultare “fangoso” (anche se va detto che il pezzo è apprezzabile, seppur richieda qualche ascolto per essere assimilato). Anche il resto del lavoro si muove sempre su atmosfere lente e dense, sia che ci sia dell’effettistica elettronica vecchio stile ad accompagnare i chitarroni (come in “Into the space age”), sia che ci siano dei suoni dolci a costruire una simil ballad (come “For Marcia”). Insomma, si giunge alla fine esausti, anche se non è detto che venga sempre voglia di togliere il cd dal lettore (a volte la nausea non arriva e il disco si fa apprezzare).
In conclusione trovo che gli Amplifier in futuro possano diventare una band interessante (mi sembra che la personalità e una certa creatività ci siano), tuttavia è necessario che lavorino molto sulla fluidità perchè allo stato attuale stancano davvero troppo l’ascoltatore.