Sempre a pensare ai paesi nordici, noi italici metallari, o alla Germania, agli Usa…. E allora ecco che per la sesta volta la partenopea Frontiers Records scende in campo per tirarci uno schiaffo e dirci che anche da noi, nella italica penisola non si scherza in quanto a imprenditoria musicale… Sesta edizione di questa compilation incentrata soprattutto sull’hard rock che mette in mostra i clamorosi cavalli di razza che la scuderia italiana mette in piazza. Nomi da far accapponare la pelle: ASIA, Steve Lukather, Glenn Hughes, Dokken, White Lion, Jorn, Rotal Hunt, Leverage, Saint Demon, Khymera e tanti altri allegri compari: gente del mestiere, non trovatelli tanto per chiarire.
Cosa ci offrono? Un’ora e venti di musica di altissimo livello, un grandioso spaccato sulla scena rock moderna e non solo, creata andando a cercare nel catalogo della label alcuni dei brani migliori e più rappresentativi dei propri assi nella manica e soprattutto rendendo il tutto più gustoso con con alcune novità che lasciano intravedere quelli che saranno i prossimi cavalli su cui puntare in questa stagione che va delineando le nuove uscite discografiche.
Acuti o songs degne di nota? Non credo sia opportuno andare a sottolineare più di tanto, anche se devo dire Steve Lukather continua a stupirmi con pezzi mai noiosi e sempre molto molto facili da far entrare nella propria testa… peccato non vogliano poi più uscire! Questa “Ever Changing Times” è davvero una splendida song. Grande conferma per i Dokken, rocciosi e diretti come sempre, i White Lion sono indissolubilmente legati alle loro origini ma ancora una volta offrono una semi-ballad validissima, splendidi Jorn (uno stakanovista del metal) e soprattutto i Royal Hunt (ascoltate con attenzione The First rock!), mentre si lascia ascoltare con grande piacere la notevole “My Heart” targata Saint Demon. Potrei dire qualcosa di positivo su ogni singola canzone, questo posso assicurarlo. Il 4/5 va alla compilation, un 5/5 con lode va alla label, in grado di assicurarsi tanti e cotali gruppi o cantanti. E allora per una volta (e qui vado un po’ contro i miei principi) ben vengano queste raccolte, anche o soprattutto se nice price. Da avere.

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