Alle volte, fortunatamente, “proclami ideologici” e aspetto esteriore non vanno di pari passo, e se a vedere di primo acchito questi ragazzi li si può scambiare per “gente normale”, sotto sotto nascondono un cuore di puro metallo fumante, un concentrato di difensori della fede fino al midollo osseo. Non parlano, almeno esplicitamente, di poser e traditori queste metalhead, ma per il resto tutto è in regola con quanto detto prima, a cominciare dal nome.

3 pollici di sangue e una rapida occhiata ai titoli delle canzoni possono bastare per prepararsi a ricevere l’assalto sonoro che questi giovani ragazzi canadesi, con il loro debut album, hanno in serbo per le nostre orecchie.
Canzoni al fulmicotone, chitarre aggressive e riff veloci e serrati all’insegna di un heavy metal che mostra una doppia faccia, unendo richiami al più classico sound degli Eighties con una produzione e una aggressività tipicamente moderna. E questa doppia identità si rispecchia anche nel cantato, caratterizzato da due voci che si alternano al microfono. Una più acuta e stridula, che cerca in svariati punti di imitare la particolare e inimitabile voce al vetriolo di Udo Dirkschneider dei grandi Accept. L’altra, sebbene fondamentalmente abbia un registro simile, tende molto di più verso uno screaming dai connotati moderni, anche se non si può certo tirare in mezzo il black metal.
In ogni caso la miscela è davvero ricca di ottani e potenza: canzoni come “Destroy the Orcs” sono lì a dimostrarlo. Ogni tanto alle veloci schitarrate si alternano pezzi più lenti ed epici, come “Heir to the Chaos Throne” con risultati ottimi. Non è comunque presente, per fortuna, nessuna ballata o canzone melensa, anche se verso metà disco i 3 Inches si concedono un break con “Journey to the Promised Land”, in cui oltre alle classiche chitarre acustiche, fa capolino un insolito uso di mandolini come sottofondo. E pensare che vengono dalla fredda Vancouver…
Sebbene in questi anni il termine “epic metal” abbia subito, volenti o nolenti, un cambiamento di significato nelle menti di molti, questo disco invece si rifà come già detto alle sue origini più vere, ed è veramente un piacere ascoltarlo a tutto volume.

Purtroppo in Europa non hanno ricevuto il giusto ritorno, ma se riuscite a mettere le mani su una copia di questo lavoro non pensateci due volte, se amate un certo tipo di metal sono sicuro faccia al vostro caso. 37 minuti di heavy metal allo stato brado!

Davide Ferrari

A proposito dell'autore

Post correlati