Pensare agli Yes senza Jon Anderson dietro il microfono è stato per me veramente strano lo ammetto; li ho sempre ascoltati con lui alla voce e pensavo sarebbe stato sempre così. I problemi alla voce hanno fatto sì che venisse sostituito con uno sconosciuto Benoit David, proveniente comunque da una cover band degli stessi Yes. Come già scritto in sede di recensione dell’album Benoit non ha miniante fatto rimpiangere il buon vecchio Anderson, avendo una voce molto simile.
Non penso sia stato difficile quindi per i fan degli Yes accettarl come sostituto, e questo live ne è un esempio lampante. Certo è che non sentivamo la necessità di vedere sugli scaffali un ennesimo live del gruppo se non quella di lasciare testimonianza audio e video del tour di supporto all’album con Benoit.
Tredici i brani estratti, che ripercorrono un po’ tutta la carriera da Siberian Khatru a Owner Of A Lonely Heart per arrivare ai brani del recente album. Come già per l’album in studio Benoit anche in sede live non fa rimpiangere il più illustre cantante (è una ripetizione doverosa questa per capire quanto estrema sia la somiglianza alla voce) non alterando minimamente l’essenza e la musicalità e l’intonazione dei brani. Tutti si sentono come se ci fosse sempre Anderson al microfono. Alla lunga credo però la cosa non possa funzionare. Se sembra ci sia Anderson, vuol dire che i nuovi brani sono stati scritti e pensati come se ci fosse lui, e pertanto a un suo rientro quanto prima.
Per questo live album non si può descrivere in altro modo se non perfetto. Forse troppo, ma stiamo parlando degli Yes, mica del primo gruppo prog rock e quindi i fan che li hanno sempre seguiti continueranno a seguirli e amarli.

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