I Twilight Zone non sono certo un gruppo di sbarbini alle prime armi essendo sulla scena da circa dieci anni, avendo alle spalle già un altro demo, un bel po’ di concerti e avendo partecipato a parecchi festival nostrani per band emergenti (vincendone anche uno, il “Terrinca Rock ’94”). Il gruppo ruota intorno a Stefano Giusti (chitarra ritmica e voce, ma in passato anche al basso) e Cristian Angelini (chitarra solista) ed ha visto alternarsi agli altri strumenti ragazzi provenienti da parecchie band e quindi, necessariamente, con un diverso background, cosa che ha certamente contribuito allo sviluppo musicale del gruppo. “Steel Alive” risale al 23 marzo del 2000 ed essendo stato registrato dal vivo durante un concerto al “Ciak” di San Frediano A Settimo (PI) risente di tutti i pregi e di tutti i difetti di una simile realizzazione: se da un lato infatti ci presenta la vera essenza della band a quel tempo (essendo la registrazione “assolutamente priva di ritocchi successivi”, come tengono a precisare al loro sito), dall’altro pecca sensibilmente nella qualità, penalizzando soprattutto chitarre e cori, cosa che non può non limitarne anche il giudizio. Il genere proposto si potrebbe definire semplicemente heavy metal, anche se le influenze power (nel senso vecchio del termine, non quello sinfonico tanto in voga oggigiorno) sono piuttosto evidenti, soprattutto nelle prime due tracce che risalendo al periodo più remoto della vita del gruppo non so quanto possano comunque effettivamente rispecchiare l’attuale indirizzo musicale della band. La prova dal vivo immortalata non è certo malvagia e anzi sicuramente grintosa e d’impatto, e sebbene non si possano esprimere molti giudizi specifici senza rischiare di dire qualche baggianata, essendo la registrazione, come ho già detto, non certo cristallina, qualcosa si può sempre dire naturalmente sulla struttura dei brani, che non sembra essere particolarmente innovativa e originale (non che questo sia necessariamente un difetto, sia chiaro), e sulla voce di Stefano, che in alcuni punti appare un po’ in affanno e che mi sembra maggiormente a suo agio nei momenti più cadenzati, come dimostra la terza traccia “I Don’t Exist”, tra l’altro la più recente del lotto. Considerato comunque il tipo di proposta e, soprattutto, il lasso di tempo intercorso dalla registrazione ad oggi non mi sembra il caso di dare una valutazione numerica che possa trarre in inganno sul reale valore del gruppo, nella speranza che il nuovo lavoro, attualmente in dirittura d’arrivo, possa comunque ribaltare l’impressione globalmente non entusiasmante che mi sono fatto.

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