I Twilight Guardians raggiungono il traguardo del secondo album in studio con “Wasteland”, successore di “Tales of the brave” che vedeva la band finlandese ritagliarsi nel lontano 2000 un piccolo spazio all’interno della scena metal europea. Musicalmente parlando i Twilight Guardians ci regalano dieci pezzi di power metal davvero ben suonato e maledettamente trascinante.
Il chitarrista Carl-Johan Gustafsson è autore di una prestazione davvero ottima, riuscendo ad alternare parti tirate e veloci nel più classico stile power, a parti più cadenzate ed heavy mentre in fase solista si dimostra un musicista ispirato e preparato sotto tutti i punti di vista suonando soli che vanno oltre al semplice sfoggio della tecnica per chitarra, mentre Vesa Virtanen, ugola della band, preferisce concentrarsi su un cantato maggiormente introspettivo e personale lasciando stare gli inutile acuti che contraddistinguono molti gruppi power moderni; le tastiere di Jari Pailamo non si dimostrano mai invadenti e intervengono solo quando è necessario per aggiungere un tocco sinfonico ai pezzi. Punto fondamentale che gioca a favore della band, è la presenza di moltissimi cori che arricchiscono la struttura melodica delle canzoni rendendole maggiormente avvincenti. “Weak generation” è la classica opener song veloce e diretta, con un refrain orecchiabile, tastiere e chitarre che si danno battaglia in fase solista e continui cambi di tempo che rendono varia la struttura del brano così come la successiva “The next call” mi rimanda con il pensiero alle canzoni degli Stratovarius di “Episode” soprattutto grazie al cantato di Virtanen che in molti casi, soprattutto nelle parti più alte delle canzoni, assomiglia moltissimo a quello di Timo Kotipelto.
“Search for grace” è il pezzo più bello di questo “Wasteland”, doppia cassa a manetta per tutta la sua durata mentre una ritmica di chitarra veloce e battagliera regna sovrana creando un’incredibile accoppiata con la linea vocale della canzone fino ad arrivare al momento dei soli dove tastiera e chitarra si rincorrono in un continuo andirivieni di scale e legati. Si prosegue nel più classico “Stratovarius – style” con la successiva “Angels” mentre si arriva con “Kings of the wasteland” alla prima semi-ballad del cd che si rivela una canzone dell’andamento frizzante e dal chorus trascinate, complice anche il lavoro svolto dalle chitarre di Gustafsson e la presenza d’innumerevoli cori che danno maggiore pomposità al pezzo. Ritornano gli Stratovarius con “Time has come” e dobbiamo aspettare le successive “Father’s cave” e “Rocka rolla” per ritrovare un pizzico d’originalità all’interno del songwriting della band.
I Twilight Guardians ci regalano ancora una semi-ballad (“The Wraith”), che in confronto alla precedente “King of the wasteland” si rivela un po’ noiosa e troppo scontata. Ci pensa però la lunga “Hellward” a terminare in maniera degna questa nuova fatica dei finlandesi lasciandomi la voglia di ricominciare ad ascoltare dall’inizio “Wasteland”.

Come avrete ben capito dalle mie parole, la band si ispira al sound caro agli Stratovarius. Virtanen assomiglia tantissimo al suo collega Timo, e anche la struttura melodica delle canzoni in molti casi si rifà alle canzoni create da Tolkki. Tuttavia non ci troviamo assolutamente di fronte a dei cloni degli Strato, anzi la band dei due Timo avrebbe molto da imparare dai Twilight Guardians. “Wasteland” è il classico cd di power metal, ben suonato, ben prodotto e dai suoni rocciosi, con canzoni dirette e melodiche. Se cercate l’originalità orientatevi verso altri lidi, se invece come me, amate il power in tutte le sue forme, allora “Wasteland” potrebbe risultare un cd interessante da aggiungere alla vostra collezione.

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