I The LoveCrave sono la nuova band di Francesca Chiara, artista della quale si era sentito parlare diversi anni fa in occasione della sua partecipazione a Sanremo e del suo album “Il Parco Dei Sogni”. Come immaginerete Francesca ha ora cambiato genere, gettandosi in quel gothic/pop che ormai va tanto di moda e che ha permesso a band quali Lacuna Coil ed Evanescence, nonchè H.I.M. e compagnia bella, di raggiungere un notevole successo. E’ proprio a queste band che si sono ispirati i The LoveCrave (il cui nome, proveniente da un racconto di Francesca in cui si parla della centesima riunione dei vampiri di tutto il mondo, significa “il centesimo rave dell’amore” – the love C rave, con C inteso come numero romano -, come si nota l’immaginario della band, al pari della musica è piuttosto carente di originalità…), aggiungendo però una forte dose di elettronica. Va ammesso che alla fine il risultato è molto gradevole, i pezzi che compongono “The Angel And the Rain” sono infatti uno più ruffiano dell’altro e riescono nel loro intento di risultare subito fruibili (si infilano in testa al primo ascolto e si fanno subito canticchiare), inoltre la commercialità non è un problema perchè non è minimamente nascosta: questo è quello che la band voleva fare e che è riuscita a fare bene (l’elettronica ha aiutato molto, va detto, ed è quindi stata una buona scelta).
L’opener “Vampires (The Light That We Are)” è subito programmatica, sapendo di già sentito lontano un miglio, ma facendosi apprezzare comunque grazie alla sua buona fattura. Notevoli sono anche “Little Suicide” (nonostante la gratuitezza dell’apertura in cui viene declamato “Thank you God, thank you for the darkness”, ma d’altronde una certa tamarraggine di fondo è presente in tutti i pezzi, come dimostrano anche gli “hey hey” di “Nobody”, e spesso ci sta pure abbastanza bene), “Can You Hear Me?” e “Runaway”, tutti brani adattissimi al ruolo di singolo. Come curiosità va segnalato che in tracklist è presente anche una cover di “The Chaffeur” dei Duran Duran. Alla fine, comunque, nonostante la prima metà dell’album sia meglio riuscita della seconda non ci sono grossi cali ed il livello si mantiene sempre dignitoso.

Tirando le somme, non si può assegnare un voto più alto di 3/5 ai The LoveCrave perchè la forte mancanza di originalità è un peccato piuttosto grave che impedisce al disco di farsi ricordare per lungo tempo, tuttavia nel suo genere “The Angel And The Rain” è fatto davvero bene e nel breve periodo riesce a divertire parecchio, per cui se vi piace questo tipo di musica potreste dargli un’ascoltata, probabilmente lo apprezzerete.

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