THE FLOWER KINGS  nascono intorno al 1993 in Svezia e debuttano nell 1995 con “Back in the World of Adventures” prima del capitolo solista di Stolt con appunto “The Flower King” impressionando per la loro  vicinanza allo stile di gruppi che intanto gia’ avevano lasciato un impronta importante come Genesis e  Jethro Tull , anche se la differenza sta’ nel proporre quel progrock negli anni 90 in maniera del tutto naturale ed elegante, come nessuno prima, regalando sempre una qualita’ ineccepibile ai lavori che presto ne seguirono “Retropolis” nel 1996 “Stardust We Are “nel 1997 e” Flower Power “nel 1998.

“Numbers” apre questo splendido album intitolato “Banks Of Eden” (uscito in due versioni), con degli echi iniziali che introducono il primo riff di questa canzone che lungo i suoi quasi 26 minuti offrono all’ascoltatore, una miscela di prog incantevole e sopraffino, con Roine Stolt davvero magistrale e come sempre impeccabile. Continuando il meraviglioso libro di questo nuovo lavoro arrivano  “For The Love Of God” (che non ha nulla a che vedere con Steve Vai, almeno per una volta) e “Pandemonium”  che mischiano dolci melodie ad assoli davvero allegri alla semplicita’ della band nell’esprimere musica sempre di alto livello. “For Those About The Drown” e  “Rising The Imperial” invece non regalano niente di nuovo a quello che gia’ si conosce dei re dei fiori. Nella versione in due cd invece si potranno ascoltare 4 bonus track sulla scia del primo episodio, infatti“Fireghosts” e “Going Up”  si ascoltano senza critiche  da se, risulta difficile analizzare e trovare nuovi spunti tanto il risultato è sempre lo stesso: cambi di ritmo a piu’ non posso, virtuosismi eccezionali contrapposti  a pause ed echi  introspettivi, tra splendide  melodie meravigliose e senza tempo e soluzioni rock al limite con il pop sempre piacevoli. Piccola nota a parte per “Illuminati” traccia strumentale di notevole fattura e per  “No Lines” splendida hard song con quel retrogusto melodico un ritornello ruffiano e uno splendido assolo che accompagnano le note finali di questo album.

In conclusione dunque, un album di altissima qualità artistica, che lascia da parte qualsivoglia tipo di classificazione. Un altro disco eccellente, sempre fresco, perfetto nell’esecuzione e nella produzione,  nessun brano sotto tono o scarsamente ispirato, con alcuni picchi memorabili per ogni appassionato e consigliato sopratutto agli amanti del genere.

COMMENTI DI ROINE STOLT:

“It was both a scary and exciting prospect to go back into the studio after an almost 5 year-long, well-earned hiatus. We have all been active with Transatlantic, Karmakanic, Agents Of Mercy since, so we were up to speed in the playing department, but starting TFK again put some weight on my shoulders I suppose, but it’s fun.

Realizing now with ELP, Crimson, Genesis, Gentle Giant, Pink Floyd being history we are among the new eldermen of Prog and we feel responsible for keeping the standard up, so a lot of hard work is gonna go into the coming months.

The core members are there and for this re-starting of TFK we brought in new 26 year old drummer prodigy Felix Lehrmann who we feel Felix is gonna breathe life into both the new and old material in a live setting, possibly with a more hard hitting edge.

The progressive daredevil at the helms made us start the new album with a 25 min epic centerpiece that is NOT easy listening. But the material also has all classic elements of the Flower Kings style with all the dreamy melodic & cinematic glow sprinkled all over, that the band’s fans have come to love over the years.

My advice is: just give it time and it will be very rewarding.”

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