I “The Black Dahlia Murder” sono una death metal band proveniente da Detroit e sono giunti al loro debut album nientemeno che con la Metalblade. Le ragioni di questo interessamento della storica label saranno sicuramente da ricercare nelle buone capacità esecutive della band anche se le composizioni a volte non sono il massimo dell’originalità (ma sarebbe davvero un peccato penalizzarli per un dettaglio che per molti non avrebbe alcuna importanza). La musica del combo statunitense puo’ essere descritta come un miscuglio di death-metal svedese misto a momenti death-thrash con molti passaggi che mi hanno fatto tornare alla mente il sound dei vecchi Dark Tranquillity.
Le tematiche trattate dal gruppo sono basate su vari argomenti a sfondo necrofilo… e questo stona parecchio con la musica proposta, che a volte sfiora la perfezione, soprattutto nelle parti lente e malinconiche.
L’album si apre con un intro in cui si sente il vocalist Trevor intento a leggere un testo sul cannibalismo e poi si parte a raffica con il riff schiacciasassi di “Funeral Thirst”, un’opener molto azzeccata che fa immediatamente capire che i Black Dahlia Murder con gli strumenti ci sanno davvero fare. Pero’ una piccola critica la rivolgerei al batterista Cory, molto veloce ma con qualche leggera difficoltà nei cambi di tempo.
Il cantato di Trevor è qualcosa di spettacolare, veramente bravissimo ad alternare il cantato screamy a quello growl. L’attenzione si mantiene alta anche nelle seguenti song tra le quali cito “Elder Misanthropy”, molto dinamica e ben arrangiata e soprattutto suonata a livelli metronomici molto alti, “The Horror Cosmic” la canzone piu’ lenta, anche se si fa solo per dire visto che si tratta sempre di una canzone sostenuta da una veloce doppiacassa. Il massimo della potenza viene raggiunto nella pesante “Hymn For Wretched”, che non lascia un solo attimo di respiro, una vera e propria killer song dove abbiamo i consueti ottimi riff suonati con grande tecnica.

Una vera sorpresa da parte di questa band statunitense, ben prodotta e soprattutto autrice di un album mai noioso e dai ritmi elevatissimi senza minimamente scadere nella pura confusione. Secondo me li risentiremo ben presto, anche se dipenderà solamente da quanto riusciranno a farsi conoscere visto che tecnicamente non hanno niente da invidiare a gruppi molto piu’ blasonati.

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