“The Great Radio Controversy”, pubblicato nel 1989, è il secondo disco in studio per i Tesla. L’album in questione mostra un maturamento stilistico rispetto al predecessore (il comunque ottimo “Mechanical Resonance”): lo stile della band infatti risulta meglio definito e le varie influenze ancora meglio amalgamate.
Le composizioni si fanno più varie, il suono più compatto, e l’impressione generale è quella di una maggiore sicurezza acquisita dal gruppo.
Come sempre, il genere è un hard rock tipicamente americano, venato di country e blues, dotato di melodie orecchiabili ma originali e piuttosto imprevedibili, specialmente per quanto riguarda le linee vocali e la struttura delle canzoni.
Scendiamo ora un po’ più nel dettaglio:
L’energica Hang Tough apre il disco e mostra subito una produzione un po’ più ruvida e solida; la rocciosa ma melodica Lady Luck continua sulla falsariga del pezzo precedente, e mette in evidenza la maggiore esperienza e sicurezza acquisita dai nostri, sia compositivamente che tecnicamente. Molto interessanti infatti sono gli stacchi ed i cambi di tono (che troveremo in tutto l’album), oltre ai soliti intrecci chitarristici, qui ancora piu’ avvincenti.
Il terzo brano, Heaven’s Trail (No Way Out), mostra chiaramente le influenze della musica tradizionale americana, qui inserite in un contesto “metallico” ricco di stacchi e dall’andamento decisamente particolare.
“Be a Man” è una canzone più lineare e dal tono decisamente più allegro: ma ecco che l’atmosfera cambia di nuovo con Lazy Days, Crazy Nights, dai (bellissimi) riff e dall’atmosfera torbida, notturna e sottilmente malinconica.
Did It for the Money, pezzo sostenuto e diretto, fu fra l’altro la prima canzone scritta per questo album, e risale al periodo immediatamente successivo alla pubblicazione di Mechanical Resonance.
La frenetica Yesterdaze Gone conduce ad uno dei pezzi migliori del disco, ovvero Makin’ Magic. Prestate attenzione alle melodie di chitarra, a tutti gli assoli disseminati per la canzone (anche durante verso e ritornello) e ai numerosi cambi di tema e tempo.
La successiva The Way It Is è una delle mie canzoni preferite dei Tesla in generale: un bellissimo giro di chitarra acustica, poi ripreso e variato in chiave elettrica, accompagna una melodia azzeccatissima ed un ritornello che si stampano in testa e ti fanno canticchiare per tutto il giorno…
L’atmosfera rilassata svanisce nella successiva, metallica ed incalzante Flight To Nowhere, per tornare però in quella che è la vera “hit” dei Tesla, la loro canzone forse più famosa, grazie anche al videoclip allora passato spesso in televisione.
Ovviamente sto parlando di Love Song (il titolo è esplicativo!), ballad elegante dai delicati passaggi di chitarra acustica e dal bellissimo assolo: a voi il piacere di innamorarvi di (o “con”…) questa canzone, autentico “must” di ogni concerto.
L’apice del disco si raggiunge pero’ con Paradise, affascinante quanto sorprendente: la maturazione del gruppo è perfettamente riassunta in questa splendida canzone.
La chiusura dell’album è affidata a Party’s Over, che onestamente sfigura un po’ dopo le due gemme precedenti: nonostante questo, al termine dell’ascolto si ha voglia di premere di nuovo il tasto play e rigustarsi questo cd, che “piace” subito ma che al tempo stesso cresce con gli ascolti.
Una caratteristica piuttosto rara, questa, che dimostra meglio di qualunque spiegazione come ci si trovi di fronte ad un lavoro di livello qualitativo superiore, opera di una band troppo spesso sottovalutata o liquidata con definizioni idiote come “una delle tante band glam degli anni 80” e via dicendo.
In definitiva, consiglio questo disco a chi già ha già avuto modo di conoscere e apprezzare i Tesla con altri lavori, così come a tutti gli appassionati di rock, hard rock e heavy metal classico, che con “The Great Radio Controversy” troveranno sicuramente pane per i loro denti.

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