Sei lunghi anni separano questo nuovo ed atteso “Escape” dalla precedente release targata Terra Nova, quel “Make My Day” che nel ’99 sorprese non pochi fans del rock melodico. Per questo quarto lavoro in studio, dunque, i fratelli Hendrix si lasciano alle spalle tutti i problemi relativi alla sfortunata vicenda contrattuale con la precedente label e si gettano a capofitto nella stesura di queste dodici nuove composizioni di rock melodico e d’annata. In effetti, e per l’ennesima volta, sono gli anni ’80 il punto di riferimento principale per la band, ancorata in maniera pressoché ossessiva ai classici pattern compositivi e stilistici che tanta fortuna hanno portato alla ditta Hendrix con le precedenti produzioni. “Escape”, dal canto suo, testimonia in maniera inequivocabile la classe e lo stile di una band di assoluto primo ordine, stillando brani di ottima fattura come l’iniziale (ed un po’ laccata) “Long Live Rock “N” Roll”, la nostalgica “Back In The Eighties” e la splendida semi ballad “Heaven Knows”, poetica interpretazione di melodia e sentimento.
Pomp d’annata e lievi incursione in territori hard rock, questa in sintesi la materia trattata dagli olandesi ed il campo d’azione in cui muove i propri passi un manipolo di musicisti senz’altro preparati ed esperti, magari in questa sede ancora non propriamente pronti a sfornare il capolavoro della consacrazione definitiva ma comunque apprezzabili per la disinvoltura e l’attitudine dimostrate. Sicuri di non inventare nulla, i Terra Nova compiono però l’errore di riproporre sempre e solo se stessi, sfruttando una formula compositiva che garantisce risultati apprezzabili ma non significativi. Nessuno mette in discussione le qualità dei fratelli Hendrix e dei musicisti intervenuti, anche se qualche lieve obiezione potrebbe essere levata nei confronti della potenza vocale di Fred: il problema di fondo che va sottolineato riguarda solo ed esclusivamente l’aspetto qualitativo delle composizioni (tutte molto, molto prevedibili) ed una produzione sonora decisamente poco ficcante, assolutamente mediocre su chitarre e sezione ritmica.
Questo “Escape”, per concludere, sembra un album fatto da mestieranti e non da professionisti sedotti dal buon vento della passione.

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