Sono passati ben quattro anni dal precedente “Under The Cross” e di cose in casa Squealer ne sono successe. Dopo anni di gavetta, i primi riconoscimenti e un tour come supporto ai più blasonati Judas Priest su espressa richiesta della band inglese, il gruppo stava infatti lavorando al disco successore, programmato per i primi del 2005, quando l’improvvisa morte del cantante Andy “Henner” Allendörfer fece saltare ovviamente tutto. Riordinate le idee, decisi a portare avanti quanto l’amico aveva contribuito a creare, assoldato Gus Chambers dei disciolti Grip Inc. e sostituito Mike Terrana con Martin Buchwalter, il gruppo si rimette in movimento, cambia il nome in Squealer A.D. e pubblica “Confrontation Street”, un album che, come immaginate, non poteva naturalmente non risentire del terremoto in seno alla band appena descritto.

L’heavy thrashy proposto dal gruppo tedesco, molto diverso dall’heavy granitico di chiara scuola teutonica del precedente lavoro e molto più vicino ai lavori del gruppo di Gus Chambers, passando da brani più tirati e violenti (“Infanticide” e “New Sun Rising”) ad altri più cadenzati ma pur sempre rabbiosi (come la convincente “Kamikaze Nation”, dal chorus immediato e contagioso o “Blood Red Halo”, troppo prolissa ma dall’azzeccato assolo centrale), non dispiace mai ma allo stesso tempo nel complesso non brilla particolarmente e, di conseguenza, non convince del tutto. Alcuni brani/melodie tendono infatti a somigliarsi un po’ troppo (provate a saltare da “Punishment Of Luxury” a “Left Bleeding (By Love)” per esempio e capirete cosa intendo) e nessuno, ad eccezione forse della già citata “Kamikaze Nation”, riesce a fissarsi in maniera indelebile nella nostra memoria, e pur risultando sempre gradevoli, ben fatti e magistralmente suonati risultano alla fine della fiera un po’ monotoni, dando l’idea del classico gruppo dalle notevoli potenzialità che non sia riuscito del tutto a centrare l’obiettivo agognato.

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