Nell’antichità imperatori o sovrani quali Egizi, Greci o Romani, facevano erigere enormi monumenti raffiguranti sé stessi al solo scopo di idolatrarsi e mostrare il proprio potere al popolo sottomesso. Tale pratica ha lasciato, però, anche molti indizi alle civiltà successive per poter studiare la storia di questi personaggi, quindi un loro scopo oltre alla misera autocelebrazione ce l’hanno avuto, questi monumenti. Ma ora veniamo ai giorni nostri ed all’ambito musicale. In tempi moderni ogni gruppo con più di 15 anni di carriera viene considerato “storico” e si sente in dovere di far uscire Dvd con mastodontici concerti e documentari tanto prolissi quanto poco interessanti, così il mercato viene ulteriormente saturato. Non è questo, però, il caso dei Sodom, vero e proprio nome di culto nel panorama del thrash metal tedesco dal 1977 ad oggi. La seconda parte di “Lords Of Depravity” narra la storia del gruppo dal 1995 al 2009 in un documentario dal carattere antologico ed in parte anche nostalgico, che passa anche per momenti difficili quali appunto la seconda metà degli anni ’90, dominata dal grunge. In tutto questo c’è anche la morte, avvenuta nel 2008, di Chris Witchhunter, batterista del trio dal 1981 al 1992, trattata con rispetto, ma non con esagerata drammaticità per volere del leader Tom Angelripper.
Autocelebrazione, quindi, ma con rispetto per la storia di una band che, a suo modo, ha contribuito alla storia del metal e della musica in generale, soprattutto in anni non sospetti come la fine dei ’70. “Lords Of Depravity Part II” sviscera anche gli innumerevoli tour macinati dai Sodom nel corso degli ultimi 15 anni, facendo capire che la vera casa del gruppo è il palco, anche nei momenti più difficili. Infatti, per un periodo, i Nostri hanno deciso di sciogliersi e, quasi per caso, Tom Angelripper ha fondato gli Onkel Tom, band goliardica dedita alla rivisitazione in chiave metal dei classici tedeschi da osteria e che ha riscosso in patria un ottimo ed inaspettato successo. E così si procede verso la storia recente dei Sodom, dalla rinascita con dischi di qualità come “M-16” fino al recentissimo passato, il tutto attraverso innumerevoli aneddoti e documenti relativi ai più disparati tour del trio tedesco. L’unico difetto, se mi permettete, è che la quasi totalità del documentario è parlato in tedesco, cosa che anche con i sottotitoli in inglese risulta un po’ ostica.
Il primo dischetto è concluso e rimane ancora da affrontare la visione del secondo, forse meno interessante dal punto di vista storico, ma non di certo da quello prettamente documentaristico, in quanto contiene l’intero set suonato dallo Zio Tom e compagni in occasione del 25esimo anniversario del gruppo in quel di Wacken nel 2007. Lo show è affollatissimo e la voglia di festeggiare tale ricorrenza è tanta anche da parte del gruppo, il quale come al solito non si risparmia e fornisce una prestazione da vera e propria macchina da guerra con brani pescati dal passato più o meno recente e le solite “hit” (se così si possono chiamare) che non possono mai venire escluse da qualunque scaletta dei Sodom. In più ci sono due videoclip (“Fuck The Police” estratto da “’Til Death Do Us Unite” e “City Of God” da “Sodom”) e delle scene tagliate dal documentario.
Ce n’è proprio per soddisfare ogni qualsivoglia curiosità possibile ed immaginabile su un gruppo storico nel senso vero del termine, cioè che ha fatto la storia, ed insieme alla release complementare del 2005, “Lords Of Depravity Part II” forma un unico filo lungo la carriera di una band che non è mai scesa ad alcun tipo di compromesso, rischiando di minare la propria credibilità. Onore a chi ha scritto pagine importanti dell’heavy metal mantenendo profili bassi ed umili. Senza mai essere eccessivi, almeno negli atteggiamenti, o egocentrici, i Sodom hanno di che celebrare questi loro primi 28 anni di carriera e speriamo che possano campare almeno altrettanto perché, se gente come questa non ci fosse, vi garantisco che bisognerebbe inventarla.

No trade with death
No trade with arms
Dispense the war
Learn from the past

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