Direttamente da San Diego arrivano i No Sky Today, nuovo progetto dell’ ex chitarrista/tastierista di Micheal Schenker Group, Vinnie Moore Band e Slavior, Wayne Findley insieme a Paul Jones dei Robot Lords Of Tokyo (voce).Wayne ha composto tutto l’album escluse liriche e linee melodiche vocali che vanno attribuite a Paul; a concludere la formazione troviamo Kelli Garni (Quiet Riot) al basso, Scotty Phillips (Wasted) alla batteria e Kelle Rhoads (Randy’s Brother) al piano. Uscito a fine ottobre 2010, questo album omonimo suonato da una formazione di tutto rispetto, riesce ad entusiasmare con un sound compatto e potente unito a piacevoli parti melodiche.

Sin dalle prime note della opener “No Sky Today” i riff sono molto diretti, ad alcuni tratti possono riportare alla mente i Pearl Jam od i vecchi Soundgarden, con le dovute differenze, soprattutto a livello di sound, mentre facendo un esempio di band italiana citerei gli emergenti Spanking Hour, il cui tipo di suono gli si avvicina; gli elementi non mancano, ottime linee soliste, una voce grintosa e graffiante e un suono massiccio come un muro di cemento armato. Il ritmo procede sempre incalzante arrivando alla intrigante “Final Hour”, della quale è stato persino girato un video; la melodia continua anche sulla successiva “Heavy Is The Debt”, sottolineata da un buon solo.

La chitarra è infatti, insieme alla timbrica particolare di Paul, l’elemento portante della band con i suoi continui cambi ritmici, arpeggi ed assoli: possiamo quasi definirla una seconda voce. Nonostante l’album sia composto da ben dodici tracce per un totale di cinquanta minuti, il tutto scorre piacevolmente senza pesare minimamente all’ascoltatore, grazie soprattutto al continuo cambio di struttura dei pezzi che sembra unire in qualche modo ogni traccia alla successiva. “Another Goodbye” ripercorre ancora una volta il marchio di fabbrica della band con un ottima ritmica di base ed una linea melodica molto potente; dai toni più tranquilli e malinconici è invece la successiva “Escape”, a dimostrazione che questi ragazzi non sono bravi soltanto con i riff veloci, anche se verso metà brano si scatena nuovamente l’energia repressa. Si prosegue con “Break Up”, ricordante vagamente la storica “My Michelle” dei Guns ‘n Roses in alcuni punti, ed effettivamente dei Guns nel suono si può notare l’influenza, in particolare in alcuni cambi di tempo o in alcune parti vocali nei chorus.

Ad introdurre “Real Life” abbiamo una traccia di poco meno di due minuti denominata “Intermezzo”, consistente in un gradevolissimo stacco strumentale che lega a meraviglia i due brani e che vede in primo piano la chitarra acustica di Wayne ed il pianoforte di Kelle.La traccia più lunga del disco, “Into the Sun”, è uno splendido lento che nonostante i suoi sei minuti non diventa mai banale, né tanto meno ripetitivo; nella seguente “Pieces” invece troviamo un ottimo groove che sfocia in un ritornello molto coinvolgente ed affabile.La chiusura è affidata a “Gear Grinder”, che chiude con energie questo ottimo album di debutto da avere per ogni fan delle sonorità massicce. Per chi voglia avere un’idea del genere può capirlo ascoltando gli scandinavi Hellfueled, che rispecchiano abbastanza fedelmente il genere dei No Sky Today. Concludendo spero di avere l’occasione di vederli nel nostro paese nel tour di supporto a quello che è un disco di ottima qualità suonato e composto da garanzie viventi del settore. Non potevano fare debutto migliore.

 

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